17 anni assieme
- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Il Ferracina, come si direbbe adesso, era super impegnato!
Con la sua sua fama acquistata di valido ingegnere delle acque, venne chiamato a crear cantieri per sistemare gli argini del Fersina a Trento, poi dovette ricostruire il Ponte di Bassano per poi sistemare il corso del fiume Adige.
Appena ebbe finito, fù chiamato a Pederobba a arginare le piene del Piave e poi di corsa a Pontebba a controllare il ponte sul Fella importantissimo per le comunicazioni commerciali tra la Stiria e Carinzia con la Serenissima.
Non bastano i fiumi a tener occupato il nostro Bartolo anche un uragano scoperchia il tetto del Palazzo della ragione a Padova...e chi si chiama? Ovvio il Ferracina!
Povero! Oberato dagli impegni, dovrà dire no a qualche progetto propostogli, d'altra parte era il "migliore sulla piazza".
Però dovette far i conti anche con una febbre terzana che puntualmente nei mesi invernali lo costringeva a letto per giorni, a volte per mesi. Si crede sia una malaria mal curata, contratta nel breve soggiorno primaverile lungo le rive del Po a Polesella.
Mi sono distratto nuovamente...ma parliamo di orologi. Nel 1740, Bartolomeo congedatosi dal Belegno e tornato a Solagna, dove ha già una fucina ben avviata grazie a due suoi figli che costruiscono sopra la sua supervisione orologi su commissione in modo da non trascurare questo suo primo impegno.
Il primo orologio di una certa importanza gli venne commissionato da Vicenza (1741). Si trattava dell'orologio della Torre di Piazza. Il Ferracina vi lavorò dietro tre anni, e nell'aprile 1744 era a Vicenza per istallarlo sulla torre, fra l'ammirazione e l'entusiasmo della cittadinanza: era un orologio, viene raccontato nella cronistoria della città, « di un meccanismo prodigioso» e « costò alla città circa mille ducati »."
Dopo Vicenza, venne Bassano. II Consiglio dei Sessanta nel 1742, approfittando dell'occasione di avere in città « un raro e celebre artefice » qual era Bortolo Ferracina, era giunto alla determinazione di rinnovare l'orologio della Loggia. Si resto incerti per qualche tempo sul tipo di orologio da scegliere: se ovvero con tre registri, cioè col battere e ribattere, e in più, col moto anticipato e retrogrado del sole, da 500 ducati; oppure infine da 1000 ducati, con tutto quello che contenevano i precedenti ed in più il movimento dell'eclittica e del sole e con le fasi della luna." La proposta venne ripresa dopo alcuni anni nel 1746 e passò approvata la scelta del primo tipo da 300 ducati." L'orologio, cosi commissionato, ebbe la sua esecuzione nell'anno seguente 1747. 'Mentre il Ferracina nella bottega di Solagna attendeva a queste importanti ordinazioni, trovava il tempo di far fronte a continue, pressanti richieste di tanti altri committenti minori, e
di fornire orologi a comuni e a patrizi, a chiese e conventi, con un' attività che poi continuerà per tutta la vita, anche quando sara occupato, come sappiamo, in lavori di ben altro genere. Cosi, nel 1740, costruì un orologio per la torre campanaria di Campolongo sul Brenta e nel 1741 ne forni un altro al Comune di Covelle. Nel 1742 ne fece uno, su ordinazione del patrizio veneto Ruggero Soderini, per la sua villa di Mussolente e quindi un altro per la torre del Patriarcato di Venezia e un altro ancora per Caniezza di Cavaso. Quest'ultimo, si legge una descrizione « suonava l'Ave Maria della sera e della mattina, il mezzogiorno e la mezzanotte, e durava 48 ore »."
Nasceranno poi, fra tanti altri, gli orologi del Conventino di Rovole in Varovina, di San Giacomo di Lusiana, quelli della Basilica del Santo di Padova e di Romano d'Ezzelino, e soprattutto quello al quale, a giudizio universale, andrà affidata con miglior merito la sua fama: l'orologio della Torre di Piazza San Marco.
Con la sua sua fama acquistata di valido ingegnere delle acque, venne chiamato a crear cantieri per sistemare gli argini del Fersina a Trento, poi dovette ricostruire il Ponte di Bassano per poi sistemare il corso del fiume Adige.
Appena ebbe finito, fù chiamato a Pederobba a arginare le piene del Piave e poi di corsa a Pontebba a controllare il ponte sul Fella importantissimo per le comunicazioni commerciali tra la Stiria e Carinzia con la Serenissima.
Non bastano i fiumi a tener occupato il nostro Bartolo anche un uragano scoperchia il tetto del Palazzo della ragione a Padova...e chi si chiama? Ovvio il Ferracina!
Povero! Oberato dagli impegni, dovrà dire no a qualche progetto propostogli, d'altra parte era il "migliore sulla piazza".
Però dovette far i conti anche con una febbre terzana che puntualmente nei mesi invernali lo costringeva a letto per giorni, a volte per mesi. Si crede sia una malaria mal curata, contratta nel breve soggiorno primaverile lungo le rive del Po a Polesella.
Mi sono distratto nuovamente...ma parliamo di orologi. Nel 1740, Bartolomeo congedatosi dal Belegno e tornato a Solagna, dove ha già una fucina ben avviata grazie a due suoi figli che costruiscono sopra la sua supervisione orologi su commissione in modo da non trascurare questo suo primo impegno.
Il primo orologio di una certa importanza gli venne commissionato da Vicenza (1741). Si trattava dell'orologio della Torre di Piazza. Il Ferracina vi lavorò dietro tre anni, e nell'aprile 1744 era a Vicenza per istallarlo sulla torre, fra l'ammirazione e l'entusiasmo della cittadinanza: era un orologio, viene raccontato nella cronistoria della città, « di un meccanismo prodigioso» e « costò alla città circa mille ducati »."
Dopo Vicenza, venne Bassano. II Consiglio dei Sessanta nel 1742, approfittando dell'occasione di avere in città « un raro e celebre artefice » qual era Bortolo Ferracina, era giunto alla determinazione di rinnovare l'orologio della Loggia. Si resto incerti per qualche tempo sul tipo di orologio da scegliere: se ovvero con tre registri, cioè col battere e ribattere, e in più, col moto anticipato e retrogrado del sole, da 500 ducati; oppure infine da 1000 ducati, con tutto quello che contenevano i precedenti ed in più il movimento dell'eclittica e del sole e con le fasi della luna." La proposta venne ripresa dopo alcuni anni nel 1746 e passò approvata la scelta del primo tipo da 300 ducati." L'orologio, cosi commissionato, ebbe la sua esecuzione nell'anno seguente 1747. 'Mentre il Ferracina nella bottega di Solagna attendeva a queste importanti ordinazioni, trovava il tempo di far fronte a continue, pressanti richieste di tanti altri committenti minori, e
di fornire orologi a comuni e a patrizi, a chiese e conventi, con un' attività che poi continuerà per tutta la vita, anche quando sara occupato, come sappiamo, in lavori di ben altro genere. Cosi, nel 1740, costruì un orologio per la torre campanaria di Campolongo sul Brenta e nel 1741 ne forni un altro al Comune di Covelle. Nel 1742 ne fece uno, su ordinazione del patrizio veneto Ruggero Soderini, per la sua villa di Mussolente e quindi un altro per la torre del Patriarcato di Venezia e un altro ancora per Caniezza di Cavaso. Quest'ultimo, si legge una descrizione « suonava l'Ave Maria della sera e della mattina, il mezzogiorno e la mezzanotte, e durava 48 ore »."
Nasceranno poi, fra tanti altri, gli orologi del Conventino di Rovole in Varovina, di San Giacomo di Lusiana, quelli della Basilica del Santo di Padova e di Romano d'Ezzelino, e soprattutto quello al quale, a giudizio universale, andrà affidata con miglior merito la sua fama: l'orologio della Torre di Piazza San Marco.
- carlo
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Re: 17 anni assieme
Neanche ho mai immaginato che potesse essere esistito un personaggio così poliedrico...e, con i necessari distinguo, quasi paragonabile ad un Leonardo!
Grazie per avermi concesso il piacere di una lettura veramente interessante.
Cordialità.
Carlo
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cchiù lluonga è a pinsata, cchiù granni è a minchiata
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- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Siamo a Venezia anno 1750...l'orologio dei mori di Piazza San Marco ha la bellezza di 250 anni e viene così descritto:
L'orologio è ridotto ormai a così grave deperimento, in conseguenza dell'attrito sofferto in ogni sua parte, che non potevasi più racconciare, ma conveniva rinnovarlo del tutto. Da qualche tempo il movimento relativo allo zodiaco, alle fasi lunari e all'uscita dei Re magi più non agiva. Inoltre gli altri cinque cerchi sopra i quali vedevansi altrettanti globetti dorati, riferibili ai cinque pianeti, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, sono stati sopressi non si sà in quale tempo, e questi mossi da un particolare meccanismo, compiendo tutti il loro giro intorno alla terra secondo l'antico sistema di Claudio Tolomeo
Quindi viene indetto un concorso per il rifacimento del movimento dell'orologio a cui partecipa il Rev. Padre Pietro Guarana e il nostro Bartolomeo Ferracina
Dovranno costruire i modelli della nuova macchina dell' orologio e furono presentati ambidue alla Procuratia de Supra, com' era già stabilito, e dall' Avviso di Concorso del 31 maggio 1750, emesso dal Procurator Cassiere Marco Foscarini, e dalla successiva Terminazione 20 settembre anno stesso. Venne quindi nominata una Commissione di tre esperti meccanici che esaminarono accuratamente e con tutta imparzialità i modelli prodotti, e questi decisero di comune accordo, che il vincitore fu il Ferracina, per cui fu invitato da' Procuratori de Supra ad estendere la relativa Scrittura ,"nella quale dovesse indicare tutte quelle modificazioni ed aggiunte, ch' egli avesse intenzione di fare all' antica macchina del Rainieri, ed accennare insieme la sua pretesa relativamente al prezzo, il quale comprendesse, oltre la sua fattura, anche la spesa del materiale occorrente".
Riguardo poi al modello del Padre Guarana, siccome fu trovato anche questo di pregio, ed eseguito con diligenza, i Procuratori de Supra decisero di tenerlo e dare in compenso al meccanico 50 ducati, trovando giusto e conveniente rifondere 1' ingegno e la fatica del Padre Guarana, il quale, nel corso di oltre un anno si era occupato in tale progetto. (Come se adesso vi pagassero per un preventivo non accettato!)
Bartolomeo fece un preventivo di spesa di 9000 ducati al quale 1000 si dovevano togliere per il "ferro vecchio" del movimento del Ranieri. La commissione accettò aggiungendo 500 ducati "a titolo di regalo, nella lusinga che avesse da riuscire di piena soddisfazione dei clienti"
Alcune innovazioni introdusse nella sua macchina il Ferracina, sul fatto della batteria delle ore e riguardo alla indicazione delle medesime sopra i due quadranti dell' orologio. La prima fu quella, di far battere le ore di dodici in dodici, invece che dalle una fino alle ventiquattro. La seconda, la costruzione di un particolare meccanismo, che, ponesse in movimento due grossi martelli collocati in vicinanza all' orlo della campana dalla parte di dietro, i quali avessero ad indicare con una lunga pulsazione, battendo contemporaneamente a vicenda un dopo l'altro, il mezzogiorno e la mezzanotte. Volendo poi sostituire ai numeri romani del quadrante dell' orologio della piazza, le cifre arabiche, dovette coprire con un intonaco la superficie marmorea dov' erano scolpiti i vecchi numeri per segnarvi al di sopra i nuovi, ed essendo poi il contorno del quadrante diviso in ventiquattro scompartimenti, perchè dapprima 1' orologio segnava e batteva le ore dall' I alla XXIV, così fu obbligato di ripetere due volte le cifre arabiche dall' 1 al 12, in rimpiazzo dei soppressi XXIV numeri romani. Il fondo di lamierino di rame della parte mobile del quadrante, venne del tutto rinnovato e smaltato in azzurro come era in principio e così pure ripetuta la doratura di tutti gli accessori del quadrante stesso, che davano traccia di essere stati dorati fino dall' origine. Anche il quadrante sopra la Merceria fu restaurato interamente e rimesso il mosaico azzurro sparso di stelle dorate, che copre la parte centrale del quadrante medesimo. Degna di osservazione è la freccia che indica le ore, essendo ornata nel punto dove sta infissa, di un leoncino alato in mezzo a raggi di luce serpeggianti, ed avente all'estremità opposta una faccia umana, radiante emblema del sole. Il contorno poi di questo quadrante diviso anch' esso di ventiquattro parti, indicava in origine le ore di dodici in dodici, ma collocate e distribuite in diverso modo da quello che usava nel secolo XVIII, per cui il Ferracina cambiò la distribuzione delle ore, come si vede al presente.
Riguardo poi al particolare meccanismo che fa muovere il cerchio de' segni dello zodiaco, e quello che fa muovere le varie fasi della luna, il Ferracina non fece che ripetere fedelmente lo stesso del Rainieri, rinnovando le ruote, i rocchetti, e gli assi di ferro, che non erano più servibili, tutte quelle cioè, erano logore dall'attrito e corrose dalla ruggine. Ridotta a compimento la nuova macchina dell' orologio verso il fine del 1757, dopo cinque anni di continuo lavoro, riuscì questa di generale soddisfazione, per cui i Procuratori de Supra pagarono al Ferracina ducati 7568, i quali in aggiunta ai ducati 432, qual valore attribuito alla vecchia macchina dell' orologio, che in conseguenza dell' accordo fatto col Procurator cassiere, il Ferracina era obbligato di ricevere in luogo di denaro sonante, andavano a completare la somma di 8000 ducati e i 500 di "mancia" promessi per il lavoro perfetto in ogni sua parte!
L'orologio è ridotto ormai a così grave deperimento, in conseguenza dell'attrito sofferto in ogni sua parte, che non potevasi più racconciare, ma conveniva rinnovarlo del tutto. Da qualche tempo il movimento relativo allo zodiaco, alle fasi lunari e all'uscita dei Re magi più non agiva. Inoltre gli altri cinque cerchi sopra i quali vedevansi altrettanti globetti dorati, riferibili ai cinque pianeti, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, sono stati sopressi non si sà in quale tempo, e questi mossi da un particolare meccanismo, compiendo tutti il loro giro intorno alla terra secondo l'antico sistema di Claudio Tolomeo
Quindi viene indetto un concorso per il rifacimento del movimento dell'orologio a cui partecipa il Rev. Padre Pietro Guarana e il nostro Bartolomeo Ferracina
Dovranno costruire i modelli della nuova macchina dell' orologio e furono presentati ambidue alla Procuratia de Supra, com' era già stabilito, e dall' Avviso di Concorso del 31 maggio 1750, emesso dal Procurator Cassiere Marco Foscarini, e dalla successiva Terminazione 20 settembre anno stesso. Venne quindi nominata una Commissione di tre esperti meccanici che esaminarono accuratamente e con tutta imparzialità i modelli prodotti, e questi decisero di comune accordo, che il vincitore fu il Ferracina, per cui fu invitato da' Procuratori de Supra ad estendere la relativa Scrittura ,"nella quale dovesse indicare tutte quelle modificazioni ed aggiunte, ch' egli avesse intenzione di fare all' antica macchina del Rainieri, ed accennare insieme la sua pretesa relativamente al prezzo, il quale comprendesse, oltre la sua fattura, anche la spesa del materiale occorrente".
Riguardo poi al modello del Padre Guarana, siccome fu trovato anche questo di pregio, ed eseguito con diligenza, i Procuratori de Supra decisero di tenerlo e dare in compenso al meccanico 50 ducati, trovando giusto e conveniente rifondere 1' ingegno e la fatica del Padre Guarana, il quale, nel corso di oltre un anno si era occupato in tale progetto. (Come se adesso vi pagassero per un preventivo non accettato!)
Bartolomeo fece un preventivo di spesa di 9000 ducati al quale 1000 si dovevano togliere per il "ferro vecchio" del movimento del Ranieri. La commissione accettò aggiungendo 500 ducati "a titolo di regalo, nella lusinga che avesse da riuscire di piena soddisfazione dei clienti"
Alcune innovazioni introdusse nella sua macchina il Ferracina, sul fatto della batteria delle ore e riguardo alla indicazione delle medesime sopra i due quadranti dell' orologio. La prima fu quella, di far battere le ore di dodici in dodici, invece che dalle una fino alle ventiquattro. La seconda, la costruzione di un particolare meccanismo, che, ponesse in movimento due grossi martelli collocati in vicinanza all' orlo della campana dalla parte di dietro, i quali avessero ad indicare con una lunga pulsazione, battendo contemporaneamente a vicenda un dopo l'altro, il mezzogiorno e la mezzanotte. Volendo poi sostituire ai numeri romani del quadrante dell' orologio della piazza, le cifre arabiche, dovette coprire con un intonaco la superficie marmorea dov' erano scolpiti i vecchi numeri per segnarvi al di sopra i nuovi, ed essendo poi il contorno del quadrante diviso in ventiquattro scompartimenti, perchè dapprima 1' orologio segnava e batteva le ore dall' I alla XXIV, così fu obbligato di ripetere due volte le cifre arabiche dall' 1 al 12, in rimpiazzo dei soppressi XXIV numeri romani. Il fondo di lamierino di rame della parte mobile del quadrante, venne del tutto rinnovato e smaltato in azzurro come era in principio e così pure ripetuta la doratura di tutti gli accessori del quadrante stesso, che davano traccia di essere stati dorati fino dall' origine. Anche il quadrante sopra la Merceria fu restaurato interamente e rimesso il mosaico azzurro sparso di stelle dorate, che copre la parte centrale del quadrante medesimo. Degna di osservazione è la freccia che indica le ore, essendo ornata nel punto dove sta infissa, di un leoncino alato in mezzo a raggi di luce serpeggianti, ed avente all'estremità opposta una faccia umana, radiante emblema del sole. Il contorno poi di questo quadrante diviso anch' esso di ventiquattro parti, indicava in origine le ore di dodici in dodici, ma collocate e distribuite in diverso modo da quello che usava nel secolo XVIII, per cui il Ferracina cambiò la distribuzione delle ore, come si vede al presente.
Riguardo poi al particolare meccanismo che fa muovere il cerchio de' segni dello zodiaco, e quello che fa muovere le varie fasi della luna, il Ferracina non fece che ripetere fedelmente lo stesso del Rainieri, rinnovando le ruote, i rocchetti, e gli assi di ferro, che non erano più servibili, tutte quelle cioè, erano logore dall'attrito e corrose dalla ruggine. Ridotta a compimento la nuova macchina dell' orologio verso il fine del 1757, dopo cinque anni di continuo lavoro, riuscì questa di generale soddisfazione, per cui i Procuratori de Supra pagarono al Ferracina ducati 7568, i quali in aggiunta ai ducati 432, qual valore attribuito alla vecchia macchina dell' orologio, che in conseguenza dell' accordo fatto col Procurator cassiere, il Ferracina era obbligato di ricevere in luogo di denaro sonante, andavano a completare la somma di 8000 ducati e i 500 di "mancia" promessi per il lavoro perfetto in ogni sua parte!
- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Continuo con le mie elocubrazioni...nella speranza che a qualcuno possano interessare...
Con il nuovo orologio e il suo nuovo sistema di misurazione del tempo fù necessario "pubblicizzare" la cosa con un volantino
con l'Immagine dell'autore, immagine dell'orologio, istruzioni della nuova suoneria che suonava a mezzogiorno e mezzanotte, lunazioni e fasi lunari....
Poi un'altra curiosità e a riguardo della ricostruzione del movimento che il Ferracina cita la produzione di circa un quintale di limatura di ferro come scarto della lavorazione. Inoltre scrive di aver mantenuto fede alla vecchia costruzione del suo predecessore, quindi possiamo pensare che abbia rispettato le dimensioni e la forma del vecchio movimento progettato dal Ranieri.
Cosa che ritengo possibile visto che in tutti i suoi movimenti inseriva una specie di "firma" (che vedremo più avanti) che in quello di san Marco non è presente.
Inserì soltanto il meccanismo per il treno di colpi a mezzogiorno e mezzanotte, sopra il movimento che poi il De Lucia sostituì per far muovere i tambureè e dare all'orologio il primato di essere il primo digitale della storia
Questi sono i disegni della relazione di Giovanni Doria e Annibale Marini, redatta nel 1856, appena due anni prima dell'intervento di Luigi De Lucia. Essa ci conferma in modo incontrovertibile l'esistenza del braccio di trasmissione orizzontale già per il pendolo Ferraciniano, che quindi si trovava nella stessa posizione di quello di De Lucia.
Un pendolo di quasi 4 metri che data la sua lunghezza faceva bella presenza nel salotto sottostante il movimento, residenza del temperatore cioè il manutentore dell'orologio
Questa foto è bellissima dove si vede riflesso nella lente del pendolo il temperatore
Ritornando sul discorso della firma su i movimenti, nella foto che avevo postato in precedenza si vede il movimento costruito nel 1747 per la citttà di Asolo, la forma arricciata delle barre verticali agli angoli del castello e la sagoma delle barre verticali intermedie vagamente delineanti il corno ducale come firma presente su gran parte delle costruzioni del nostro orologiaio.
Con il nuovo orologio e il suo nuovo sistema di misurazione del tempo fù necessario "pubblicizzare" la cosa con un volantino
con l'Immagine dell'autore, immagine dell'orologio, istruzioni della nuova suoneria che suonava a mezzogiorno e mezzanotte, lunazioni e fasi lunari....
Poi un'altra curiosità e a riguardo della ricostruzione del movimento che il Ferracina cita la produzione di circa un quintale di limatura di ferro come scarto della lavorazione. Inoltre scrive di aver mantenuto fede alla vecchia costruzione del suo predecessore, quindi possiamo pensare che abbia rispettato le dimensioni e la forma del vecchio movimento progettato dal Ranieri.
Cosa che ritengo possibile visto che in tutti i suoi movimenti inseriva una specie di "firma" (che vedremo più avanti) che in quello di san Marco non è presente.
Inserì soltanto il meccanismo per il treno di colpi a mezzogiorno e mezzanotte, sopra il movimento che poi il De Lucia sostituì per far muovere i tambureè e dare all'orologio il primato di essere il primo digitale della storia
Questi sono i disegni della relazione di Giovanni Doria e Annibale Marini, redatta nel 1856, appena due anni prima dell'intervento di Luigi De Lucia. Essa ci conferma in modo incontrovertibile l'esistenza del braccio di trasmissione orizzontale già per il pendolo Ferraciniano, che quindi si trovava nella stessa posizione di quello di De Lucia.
Un pendolo di quasi 4 metri che data la sua lunghezza faceva bella presenza nel salotto sottostante il movimento, residenza del temperatore cioè il manutentore dell'orologio
Questa foto è bellissima dove si vede riflesso nella lente del pendolo il temperatore
Ritornando sul discorso della firma su i movimenti, nella foto che avevo postato in precedenza si vede il movimento costruito nel 1747 per la citttà di Asolo, la forma arricciata delle barre verticali agli angoli del castello e la sagoma delle barre verticali intermedie vagamente delineanti il corno ducale come firma presente su gran parte delle costruzioni del nostro orologiaio.
- carlo
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Re: 17 anni assieme
...ma dove le trovi tutte queste notizie?...
Cordialità.
Carlo
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- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Libri, biblioteche, prestito interbibliotecario, internet....e tanto tempo
Ciao
Leonardo diceva: "L'esperienza è il nome che si dà ai propri sbagli."
"Condividere la propria conoscenza è un modo per raggiungere l'immortalità" Dalai Lama
- pietro48
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Re: 17 anni assieme
Grazie per la condivisione delle tue informazioni e per le belle foto .
Pietro
Pietro
Anche un orologio fermo dà l'ora giusta due volte al giorno.
La differenza fra la genialità e la stupidità e che la genialità ha dei limiti (albert Einstein).
- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Adesso che vi ho raccontato la storia del Bartolo stavo indagando su di una cosa......
Cercavo l'orologio più vecchio costruito da lui e figli ancora esistente e visibile....
I primi orologi da campanile da lui costruiti sono intorno al 1730.....
Per il momento si trova quello della chiesa di San Martino di Lupari
L'orologio da torre, istallato nell'antico campanile di San Martino di Lupari, non si può certo considerare di oscuri o incerti natali, visto che il suo costruttore ha provveduto a fornirlo di documenti chiari, precisi ed inattaccabili dall'usura del tempo, "OPUS BARTOLOMEI FERACINI A.D. I734", questa è la scritta che troneggia sulla traversa antero-superiore della macchina.
Chiara, scolpita in caratteri di grande formato, ci trasmette la soddisfazione dell'artefice di fronte all'orologio completo e funzionante, e qui ci piace immaginarlo intento ad apporre la sua firma.
Sembrerebbe che antecedente a questo, il primo sia stato quella della sua parrocchia, mosso anche dallo "sponsor ufficiale" che lo ha inserito in questa sua avventura proficua, il Don Francesco Reato, si ricorda anche che, come testamento, lasciò i suoi averi affinchè costruita una scuola per istruire i meno abbienti.
Ma di questo movimento non si sà molto...dovrò indagare....
Invece, Francesco Zane, professore in pensione e appassionato di orologeria ha scoperto che nella torre campanaria di San Pietro di Castello a Venezia c'è un movimento fatto dal Ferracina Con una prova inconfutabile sul costruttore...la forma arricciata delle barre verticali agli angoli del “castello” e la sagoma delle barre verticali intermedie vagamente delineanti il corno ducale valgono come una firma, quella di Bartolomeo Ferracina.
Il posto infausto e la luce mancante non gli ha permesso di sapere con precisione l'anno infatti scrive..."Trovo all’istante la conferma alle mie prime deduzioni solo stilistiche: si tratta di un orologio costruito dall’illustre Bartolomeo Ferracina! L’incisione, in unica riga lungo tutta la barra di ferro fortemente arrugginito, non lascia dubbi:
OPUS BARTOLOMEI FERACINI AD 173[0]
Sia che si tratti del 1730, che del 1736 o del 1739, sarebbe uno dei primi orologio da torre costruito da Bartolomeo Ferracina.
Venezia dovrebbe essere orgogliosa di possedere ancora una tale memoria materiale. Lo dovrebbero essere ancor di più tutti i cittadini di Castello, per il grande servizio che una tale opera fornì loro quotidianamente nel passato. Inoltre la macchina appare conservata in ottime condizioni, a parte il pesante strato di ruggine e sporco, il che fa pensare di poterla rimettere in funzione, magari solo a titolo dimostrativo.
Purtroppo nel 2020 Francesco Zane è venuto a mancare, mi sento in dovere di continuare le sue ricerche per poter, sempre se sarà possibile, di dare un dato certo e completare la storia da lui iniziata....
Ciao
Cercavo l'orologio più vecchio costruito da lui e figli ancora esistente e visibile....
I primi orologi da campanile da lui costruiti sono intorno al 1730.....
Per il momento si trova quello della chiesa di San Martino di Lupari
L'orologio da torre, istallato nell'antico campanile di San Martino di Lupari, non si può certo considerare di oscuri o incerti natali, visto che il suo costruttore ha provveduto a fornirlo di documenti chiari, precisi ed inattaccabili dall'usura del tempo, "OPUS BARTOLOMEI FERACINI A.D. I734", questa è la scritta che troneggia sulla traversa antero-superiore della macchina.
Chiara, scolpita in caratteri di grande formato, ci trasmette la soddisfazione dell'artefice di fronte all'orologio completo e funzionante, e qui ci piace immaginarlo intento ad apporre la sua firma.
Sembrerebbe che antecedente a questo, il primo sia stato quella della sua parrocchia, mosso anche dallo "sponsor ufficiale" che lo ha inserito in questa sua avventura proficua, il Don Francesco Reato, si ricorda anche che, come testamento, lasciò i suoi averi affinchè costruita una scuola per istruire i meno abbienti.
Ma di questo movimento non si sà molto...dovrò indagare....
Invece, Francesco Zane, professore in pensione e appassionato di orologeria ha scoperto che nella torre campanaria di San Pietro di Castello a Venezia c'è un movimento fatto dal Ferracina Con una prova inconfutabile sul costruttore...la forma arricciata delle barre verticali agli angoli del “castello” e la sagoma delle barre verticali intermedie vagamente delineanti il corno ducale valgono come una firma, quella di Bartolomeo Ferracina.
Il posto infausto e la luce mancante non gli ha permesso di sapere con precisione l'anno infatti scrive..."Trovo all’istante la conferma alle mie prime deduzioni solo stilistiche: si tratta di un orologio costruito dall’illustre Bartolomeo Ferracina! L’incisione, in unica riga lungo tutta la barra di ferro fortemente arrugginito, non lascia dubbi:
OPUS BARTOLOMEI FERACINI AD 173[0]
Sia che si tratti del 1730, che del 1736 o del 1739, sarebbe uno dei primi orologio da torre costruito da Bartolomeo Ferracina.
Venezia dovrebbe essere orgogliosa di possedere ancora una tale memoria materiale. Lo dovrebbero essere ancor di più tutti i cittadini di Castello, per il grande servizio che una tale opera fornì loro quotidianamente nel passato. Inoltre la macchina appare conservata in ottime condizioni, a parte il pesante strato di ruggine e sporco, il che fa pensare di poterla rimettere in funzione, magari solo a titolo dimostrativo.
Purtroppo nel 2020 Francesco Zane è venuto a mancare, mi sento in dovere di continuare le sue ricerche per poter, sempre se sarà possibile, di dare un dato certo e completare la storia da lui iniziata....
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Re: 17 anni assieme
Un sincero, e non disinteressato , BUON LAVORO!!
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- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Grazie a una gentile concessione della Orologeria Soprana di Vicenza felici possessori di una Pendola da tavolo Veneziana firmata Bartolomeo Ferracina, Venezia, 1750
Posso mostrarvi alcune foto del prezioso Orologio proveniente dalla collezione del museo Poldi-Pezzoli Milano
La cassa è in stile barocchetto veneziano, laccata in azzurro con lumeggiature dorate. Quadrante d’ottone argentato con fascia oraria traforata ad ore romane intercalate da gigli e minuti arabi di 5 in 5. Fondo in velluto.
da notare i decori anche internamente alla pendola movimento a tre treni con conoide a catena al tempo e bariletti fissi incisi per suonerie delle ore e dei quarti.
Platina posteriore incisa. Firmato sul movimento: Bartholomeus Ferracina in Venetia.
Si può dire...la classe non è acqua....
Ciao
Posso mostrarvi alcune foto del prezioso Orologio proveniente dalla collezione del museo Poldi-Pezzoli Milano
La cassa è in stile barocchetto veneziano, laccata in azzurro con lumeggiature dorate. Quadrante d’ottone argentato con fascia oraria traforata ad ore romane intercalate da gigli e minuti arabi di 5 in 5. Fondo in velluto.
da notare i decori anche internamente alla pendola movimento a tre treni con conoide a catena al tempo e bariletti fissi incisi per suonerie delle ore e dei quarti.
Platina posteriore incisa. Firmato sul movimento: Bartholomeus Ferracina in Venetia.
Si può dire...la classe non è acqua....
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- carlo
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Re: 17 anni assieme
.... ma a quei tempi come facevano a fare delle cose così meravigliose ?...e con le limitate attrezzature (raffrontate alle nostre) di quei tempi?
Oggetti che sprigionano la raffinata e irripetibile sensibilità di chi li ha pensati e costruiti....
Cordialità.
Carlo
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- sobas66
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Re: 17 anni assieme
Bene! Ho potuto concludere questa mia ricerca con la visita al paese natale di Bartolo, Solagna...
La giornata non era delle migliori e mi ha proposto un paesino un po' triste, ho trovato la casa del Ferracina...
Chiusa e abbandonata ma con una chiara connotazione....
Un paese con poca gente in giro ma con alcune porte e finestre adornate da fiori e decorazioni fatte da una cooperativa che opera lì vicino
Ciò aiuta a togliere quel velo di tristezza che possiede un paese in parte abbandonato.
Alla scoperta che il vecchio movimento del campanile della chiesa di Solagna (uno dei primi fatti dal Ferracina & figlil) è in bella mostra al museo dell'auto Bonfanti Vimar di Bassano: Dopo l'ultima scoperta a riguardo del Ponte di Bassano dove il Ferracina con la sua macchina Battipali aveva conquistato la fiducia dall'Anonima Ingegneri.
La cosa comunque non fù una passeggiata quest'Anonima Ingegneri, gli allungarono i tempi prima di fargli iniziare i lavori e sfinirono il Ferracina al punto da fargli richiedere la revoca dell'incarico. Fu lo stesso Magistrato alle Acque a risolvere alla fine il contenzioso, verificando la “titolarità” dell'ingegnere a compiere l'opera appena iniziata e confermandogli l'incarico ad eseguire i lavori.
La memoria storica dell'impresa ricostruttiva del Ferracina si è comunque dissolta nel tempo, anche perché del Ponte settecentesco non è rimasto praticamente nulla. Gli sforzi ingegneristici del grande “Bartolommeo” furono vanificati nel 1813 dal viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais, che cercando di contrastare l'avanzata austriaca nell'ultimo periodo dell'impero napoleonico, incendiò il Ponte, dopo averlo ricoperto di pece, mentre era in ritirata con le sue truppe, nonostante le suppliche dei bassanesi a desistere dal suo intento piromane.
Si spera che quel poco rimasto del nostro "Artigiano Ingegnere" ora venga conservato con rispetto e cura....ma l'uomo si sa, dimentica presto.
Nel libro del 1974 di Enrico Morpurgo "Dizionario degli orologiai Italiani" scriveva a riguardo del Ferracina, ....uno studio approfondito della sua attività riserverebbe gradevoli sorprese...
A me sicuramente, a voi che mi avete letto, la speranza di non avervi annoiato.
Ciao
La giornata non era delle migliori e mi ha proposto un paesino un po' triste, ho trovato la casa del Ferracina...
Chiusa e abbandonata ma con una chiara connotazione....
Un paese con poca gente in giro ma con alcune porte e finestre adornate da fiori e decorazioni fatte da una cooperativa che opera lì vicino
Ciò aiuta a togliere quel velo di tristezza che possiede un paese in parte abbandonato.
Alla scoperta che il vecchio movimento del campanile della chiesa di Solagna (uno dei primi fatti dal Ferracina & figlil) è in bella mostra al museo dell'auto Bonfanti Vimar di Bassano: Dopo l'ultima scoperta a riguardo del Ponte di Bassano dove il Ferracina con la sua macchina Battipali aveva conquistato la fiducia dall'Anonima Ingegneri.
La cosa comunque non fù una passeggiata quest'Anonima Ingegneri, gli allungarono i tempi prima di fargli iniziare i lavori e sfinirono il Ferracina al punto da fargli richiedere la revoca dell'incarico. Fu lo stesso Magistrato alle Acque a risolvere alla fine il contenzioso, verificando la “titolarità” dell'ingegnere a compiere l'opera appena iniziata e confermandogli l'incarico ad eseguire i lavori.
La memoria storica dell'impresa ricostruttiva del Ferracina si è comunque dissolta nel tempo, anche perché del Ponte settecentesco non è rimasto praticamente nulla. Gli sforzi ingegneristici del grande “Bartolommeo” furono vanificati nel 1813 dal viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais, che cercando di contrastare l'avanzata austriaca nell'ultimo periodo dell'impero napoleonico, incendiò il Ponte, dopo averlo ricoperto di pece, mentre era in ritirata con le sue truppe, nonostante le suppliche dei bassanesi a desistere dal suo intento piromane.
Si spera che quel poco rimasto del nostro "Artigiano Ingegnere" ora venga conservato con rispetto e cura....ma l'uomo si sa, dimentica presto.
Nel libro del 1974 di Enrico Morpurgo "Dizionario degli orologiai Italiani" scriveva a riguardo del Ferracina, ....uno studio approfondito della sua attività riserverebbe gradevoli sorprese...
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Ciao
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- carlo
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Re: 17 anni assieme
...che noi abbiamo potuto apprezzare grazie al tuo impegno per il quale ti ringrazio di cuore....sobas66 ha scritto: ↑ven 14 apr 2023, 16:11
Nel libro del 1974 di Enrico Morpurgo "Dizionario degli orologiai Italiani" scriveva a riguardo del Ferracina, ....uno studio approfondito della sua attività riserverebbe gradevoli sorprese...
A me sicuramente, a voi che mi avete letto, la speranza di non avervi annoiato.
Ciao
Cordialità.
Carlo
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- 1972merlino
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Re: 17 anni assieme
Ciao Carlo e a tutti auguri per questi 17 anni di forum , dai che l’anno prossimo sarai maggiorenne .
Saluti dal latitante Antonio
Saluti dal latitante Antonio
l'invincibile non è quello che vince sempre ma quello che anche se perde non è vinto mai
- sobas66
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Re: 17 anni assieme
E' passato un po' di tempo, ma quando una ricerca diventa argomento e articolo di una pubblicazione, non riesco a non condividerla
https://drive.google.com/file/d/1Grsm8dDMXx3stBh82JcNiglpaRQaaaKy/view?usp=sharing
Buona lettura
https://drive.google.com/file/d/1Grsm8dDMXx3stBh82JcNiglpaRQaaaKy/view?usp=sharing
Buona lettura
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- carlo
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Re: 17 anni assieme
E' stato un previlegio leggere tutto d'un fiato il tuo articolo : non posso che complimentarmi per la passione che metti nella ricerca di dati ed informazioni che sono destinate purtroppo a perdersi.
Semplicemente : bravissimo .
....senza contare che la pubblicazione del tuo articolo cade pressoché in corrispondenza del 18° anno dalla nascita di questo forum.
Non c'era bisogno di arrivare ai 18 anni...è sempre stato IL "maggiorenne"...
Cordialità.
Carlo
Semplicemente : bravissimo .
....senza contare che la pubblicazione del tuo articolo cade pressoché in corrispondenza del 18° anno dalla nascita di questo forum.
Non c'era bisogno di arrivare ai 18 anni...è sempre stato IL "maggiorenne"...
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