...inerente al campo orologiero.

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danilob
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Messaggio da danilob »

L'argomento riporta una frase di Carlo relativa alla motivazione per l'iscrizione al Forum: come dire che quanto segue non è fuori tema…
Il vero titolo sarebbe: “Orologio al quarzo con Gong elettronico aggiunto”.
Parecchi mesi fa, con mia moglie, siamo rimasti colpiti dall'orologio della foto appeso in una vetrina di “giocattoli” tecnologici: ci è piaciuto da subito.

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Subito la mia idea è stata quella di dotarlo di un Gong che, per essere originale, suonasse un solo “colpo” ad ogni ora (già la pendola suona ogni quarto d'ora). Dopo un po', ho rinunciato ad un gong “meccanico” più per mantenere la modernità dell’orologio che per la difficoltà di realizzazione (che, comunque, non sarebbe stata…trascurabile).
L'idea di base mi è stata data da un carissimo amico, conterraneo di Carlo (io invece vivo a Trieste), di “caricare” il suono del Gong su di un Lettore MP3 (quei “cosi” moderni con gli auricolari che, praticamente, sostituiscono i registratori portatili a cassette che chi ha … un po' di anni, ricorda benissimo....assieme ai mangiadischi...). Lo stesso amico, esperto di audio, ha “ripulito” (dai disturbi presenti) un Gong (che avevo scelto tra l'elevatissimo numero che si può trovare, ad esempio, in rete).
Acquistato il più economico lettore MP3 (in un centro commerciale), si trattava di “aggiungere” l'elettronica per sostituire le operazioni manuali di accendere, far partire la registrazione e spegnere l'apparecchiatura. Era anche necessario dotare il tutto di un amplificatore audio di relativa potenza per “far sentire” il Gong nell'ambiente (senza i “click & pop” che saltano fuori nelle commutazioni).
Ho anche pensato di rendere muto il Gong nelle ore notturne: una fotoresistenza valuta la luce ambiente e, al di sotto di un certo livello, il Gong non suona. La soglia di intervento è tale che con l'illuminazione stradale notturna (che eventualmente entra dalle finestre) il Gong resta muto, in tutte le altre condizioni, ad esempio, luce solare o artificiale, il Gong resta abilitato.
Già che c'ero, ho anche pensato ad un carica batteria che mantenesse carica, in tampone, una cella NiMH ricaricabile per permettere una lunghissima autonomia al solo orologio, in caso di mancanza della tensione di rete (così si eliminano le due grosse pile, non ricaricabili, previste....di serie).
Riporto, per curiosità, lo schema elettrico. Si può progettare anche con strumenti semplici: matita, foglio di carta e calcolatrice scientifica (quest'ultima più comoda del Regolo Calcolatore che, a differenza dei giovani di oggi, altri frequentatori il Forum sicuramente conoscono).

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Riporto anche la foto del circuito fisico realizzato con componenti di varia tecnologia (montaggio tradizionale, montaggio superficiale (SMT) di varie generazioni) con montaggio a “ragno” (su di una basetta da circuito stampato vergine che fa da supporto).

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L'alimentazione di tutta la parte elettronica deriva da un carica batterie di telefono cellulare che ho modificato per renderlo adatto al diverso scopo.

Restava da definire come prendere l'informazione per far suonare il Gong. Il primo pensiero è stato quello di piantare un piolino (o anche una striscia riflettente) in corrispondenza di ogni ora della ruota grande delle ore (dalla parte interna, in modo che non fosse visibile). Una sorta di fotocellula avrebbe “sentito” il passaggio del piolino (o della strisciolina).
Poi mi sono accorto che la ruota delle ore ha 324 denti ed è fatta girare da una ruota con 27 denti: bastava mettere un unico riferimento sulla ruota piccola per avere un'informazione ad ogni ora e, soprattutto, con la massima precisione.
Con il tornietto ho ricavato un disco in plastica nera (utilizzando il fondo di una scatola) ed ho dotato il disco di una feritoia. Il passaggio della feritoia stessa viene rilevato da un sensore ottico (praticamente una fotocellula).
Ho anche ricavato, al tornio, il supporto del disco che ho infilato sull'asse della ruota da 27 denti (vi era sufficiente spazio disponibile). Vi è una vite per regolare la posizione e per il definitivo fissaggio del disco.

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Per portare l'alimentazione ho utilizzato due sottili fili isolati & intrecciati che formano un cavetto mantenuto diritto da una molla elicoidale, come da foto.

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La parte elettronica è sostenuta da un quadrato trasparente, come si può vedere dalla foto. Direi che la foto “appiattisca” il tutto: dal vero, l'aspetto è di gran lunga migliore.

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A dispetto della mancanza dei minuti e dei secondi, a dispetto dell'approssimata stampa delle ore, delle mezze ore e dei quarti d'ora (che sono stampati con scarsa accuratezza relativamente alle distanze reciproche), la precisione dell'orologio a breve e lungo termine è buonissima: è sempre in “fase” con l'altro orologio elettronico controllato via radio dalla stazione DCF77 a Mainflingen in Germania. Quando suona il Gong (ogni ora) si possono confrontare le indicazioni dei due orologi.
Pensierino della sera.
Il fascino degli orologi meccanici antichi è innegabile (abbiamo una pendola meccanica,...anche se non proprio antica, che appaga veramente la vista e l'udito), dispiace dirlo, ma, purtroppo, la precisione degli orologi meccanici, per la misura del tempo, non è neppure lontanamente paragonabile a quella dei “buoni” orologi elettronici al quarzo....
Saluti.
Danilo.

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carlo
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

Il mio grande cruccio è sempre stato quello di non aver mai esplorato l'elettronica: penso che sia un mondo altrettanto affascinante come quello meccanico...anche se ...anche se.... una cosa à vedere con gli occhi che un detrminato evento si sta svolgendo , altro è immaginare che lo stesso tipo di evento, chissà in quale oscuro limbo, si sta concretizzando.

Dato il mio preambolo, no sono nella condizione di valutare la difficoltà del tuo lavoro, ma non posso certamente esentarmi dal complimentarmi per l'inventiva.

Sposto l'argomento in "pendoleria" in quanto non voglia sfugga all'attenzione dei visitatori del forum che poco praticano questa sezione.

Cordialità. :lol:
Carlo

PS
mi piacerebbe sapere se sei nella condizione di progettare uno strumento capace di misurare l'intervallo fra una interruzione e l'altra ( da parte dell'asta del pendolo) di un raggio infrarosso : sarebbe molto utile per correggere immediatamente la lunghezza del pendolo per un determinato movimento di cui si conoscono il numero delle vibrazioni del suo corpo oscillante.
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danilob
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Carlo, riguardo lo strumento, a prima vista sembrerebbe piuttosto facile da realizzare. Si potrebbe dividere la frequenza di un oscillatore al quarzo fino ad ottenere una frequenza di 100 Hz.
Questo significa che verrebbe generato un segnale con i “denti” (tanto per fare una similitudine meccanica) “distanti” nel tempo di un centesimo di secondo. Due attraversamenti della fotocellula darebbero, su di un “contatore di denti”, il tempo in centesimi di secondo. Resettando il contatore dopo ogni lettura, si otterrebbe una “misura continua” del tempo impiegato tra un attraversamento ed il successivo.

Una frequenza di 1000 Hz darebbe la risoluzione di un millesimo di secondo.

Per la precisione della misura non vi sono problemi perché un comune economico oscillatore al quarzo (per temperatura ambiente non troppo distante da 20°C) può avere una stabilità di 20 ppm (parti per milione) che significa un “errore” sulla misura dello 0,002%.

L'imprecisione maggiore potrebbe essere data dal ...”lettore di interruzione”.
Per una maggior precisione converrebbe intercettare l'asta del pendolo quando ha la massima velocità (cioè quando è verticale). Dato che per ogni periodo di oscillazione vi sono due passaggi, basterà “dire” al contatore di ignorare un passaggio si e uno no (niente di difficile).
Problematico potrebbe essere il “posizionamento” del “ferro di cavallo” con emettitore di infrarosso su di un braccio e rivelatore sull'altro braccio perché il marchingegno dovrebbe poter essere posizionato in ogni tipo di pendolo (meno male che questi orologi non sono miniaturizzati) ed i due bracci dovrebbero essere piuttosto vicini per non avere incertezze di misura quando l'asta del pendolo taglia il fascio infrarosso.
Forse si potrebbe anche considerare un misuratore che utilizzi la stessa tecnica, ma basato sul suono del tick tack. Anche in questo caso si potrebbe misurare il tempo tra due tick (o due tack) per ottenere il periodo del pendolo.

Sappimi dire.

Io mi diverto a fare questi circuiti...... Yes, We Can!

Saluti.

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sobas66
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da sobas66 »

Che ti sia divertito non c'è dubbio vista la circuiteria :-D
Quando un orologio suona anche se è al quarzo gli hai dato un po' più di vita. bravo! [[]

Per lavoro e per hobby "mastico" abbastanza elettronica e quel grovigio di circuiti presi quà e là ti hanno dato non poco da fare.

Io personalmente avrei risolto il problema con un semplice registratore digitale e un crepuscolare ""=="" comunque lo scopo raggiunto è questo!

Poi per soddisfare il sogno di Carlo ........ :roll: .....se vuoi potremo unire le forze.

Ciao Daniele

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carlo
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

sobas66 ha scritto:Poi per soddisfare il sogno di Carlo ........ :roll: .....se vuoi potremo unire le forze.
Ciao Daniele
...non aspirerei ad altro.... :lol:

In cima alla lista dei miei desideri, oltre, data la mia età, ad una buona salute... :lol: , c'è sempre stato il microset di Brian Mumford. http://www.bmumford.com/microset.html

Ho sempre pensato che il costo, anche senza poterne verificare prima di persona le caratteristiche. sia al di sopra delle mie necessità.

Entrambi, D. & D. , unite le forze, pensate che sia un obbiettivo perseguibile secondo un do it yourself.

Cordialità.
Carlo
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danilob
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Ciao Daniele,
piuttosto che prendere i circuiti qua e là preferisco sempre progettarli ex novo, come ho fatto.
È sicuramente vero che gli scopi si possono raggiungere in modi diversi.
Il Lettore MP3 è pur sempre un registratore riproduttore digitale e l'interruttore crepuscolare da me adottato ha sicuramente il vantaggio di avere dimensioni e consumo estremamente più ridotti di un prodotto commerciale.


Ciao Carlo,
ho letto velocemente le caratteristiche del MicroSet. Effettivamente si tratta di uno strumento molto sofisticato dotato di tutte le caratteristiche per accurate misure sulle varie famiglie di orologi.

Prima di pensare ad uno strumento DIY conviene avere chiare le idee su quello che si vuole lo strumento faccia: replicare completamente il MicroSet, a mio parere, non ha senso perché, in questo caso, conviene acquistarlo già fatto.
Se invece sono sufficienti prestazioni più ridotte, rispetto al MicroSet, allora ha senso pensare ad un DIY.

Mi sembrava di aver capito che la richiesta fosse per uno strumento che misurasse singolarmente o continuamente il periodo del pendolo (in centesimi o millesimi di secondo) dell'orologio in prova: dal numero di denti dei vari ingranaggi dell'orologio si poteva stabilire immediatamente quanto l'orologio anticipasse o ritardasse.
In questo caso un display a 4 cifre potrebbe visualizzare un tempo di 10 secondi (9999 millisecondi), presumo più che sufficienti per qualsiasi orologio a pendolo.
In questo tipo di misura, l'incertezza nella determinazione del passaggio del pendolo comporta sensibili errori di misura (per questo motivo avevo proposto di intercettare il pendolo quando si trova in verticale).

Un altro metodo (ovviamente anche previsto nel MicroSet) potrebbe essere quello di contare eventi (ad esempio il passaggio del pendolo) in un tempo molto lungo e selezionabili in un certo numero di valori (ad esempio: 30 minuti, 1 ora, ecc.).
Un display a 5 cifre potrebbe visualizzare il numero di eventi contati, fino a 100000 (in realtà 99999).
In questo caso, l'incertezza nella determinazione del passaggio del pendolo comporterebbe un trascurabile errore di misura perché un eventuale errore di, ad esempio, 10 ms diventerebbe trascurabile su tempi di 30 minuti o più (anche perché le misure sarebbero eseguite su orologi meccanici con una precisione intrinseca non elevatissima).

Saluti.

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carlo
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

circa una replica del microset, non credo sia necessaria oltre che inutile.... :lol:

Avendo ammesso senza difficoltà la mia ignoranza per quanto riguarda l'elettronica ( e non solo! ""=="" ) , credo di poter avanzare domande che al tecnico potrebbero apparire bizzarre. ""==""

Emesso un raggio a infrarossi è necessario un ricevitore ; voglio dire : c'è bisogno di due strumenti, uno davanti all'asta del pendolo ed uno dietro?
Penso che in questo caso dovrebbero sussistere problemi di un corretto allineamento.

Dato che è virtualmente impossibile posizionare lo strumento che emette il raggio esattamente sulla verticale, onde evitarne gli errori conseguenti, immagino che sarebbe opportuno contare la vibrazione solo in una unica direzione.
danilob ha scritto:che misurasse singolarmente o continuamente il periodo del pendolo (in centesimi o millesimi di secondo) dell'orologio in prova
io scarterei senza esitazione il "singolarmente" in quanto una singola oscillazione potrebbe, chissà per quale ragione, essere corretta; molto più importante, anche se non definitivo, sarebbe il rilevare le variazioni in un arco di alcuni minuti. Per un periodo pià lungo, proprio della durata di un test, sarebbe l'orologio stesso a fornirci le indicazioni che cerchiamo.

Ringrazio per il tempo che mi dedicate .

Cordialità.
Carlo
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danilob
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Carlo, si può fare. Mi sarebbero utili i periodi massimi e minimi e le elongazioni massime e minime che dovrebbero essere misurate dal “tester”.

IL MARCHINGEGNO.
Avrebbe un display a 4 cifre e visualizzerebbe i millesimi di secondo. Dopo aver “sistemato” il captatore ottico (ne parleremo più sotto) attorno al braccio del pendolo, il display visualizzerà continuamente il tempo di ogni oscillazione.
Per essere più precisi, al completamento di ogni oscillazione, il display visualizzerà il tempo, in millesimi di secondi, impiegato.
Presumerei che anche l'oscillazione più veloce permetterà di leggere il tempo impiegato dall'oscillazione stessa: non ci sarà difficoltà a leggere e valutare l'eventuale variazione di tempo tra un'oscillazione e quella successiva.
Ancora: il valore, indicato dal display, visualizzerà il periodo appena misurato e sarà aggiornato appena terminato il conteggio del periodo successivo.
La misura sarà effettivamente di OGNI periodo completo: ogni due passaggi dell'asta del pendolo.
L'operatore dovrebbe “tenere d'occhio” le letture che si succedono e trarre le conclusioni.
(Ovviamente sarebbe anche possibile, come avevo già detto, fare una media delle letture sul lungo periodo).

IL CAPTATORE SONORO.
Per evitare falsi rilevamenti dovuti a rumori ambientali & suoneria propria dell'orologio, conviene abbandonare questa tecnica.

IL CAPTATORE OTTICO.
1^ Soluzione.
La forma più semplice sarebbe un rilevatore di luce ambiente (un fotodiodo o fototransistor che ha una risposta più rapida di una fotoresistenza) che “vede” il passaggio dell'asta del pendolo. Questa soluzione va, però, subito scartata per l'imprecisione del punto di rilevamento che ne potrebbe derivare.

2^Soluzione.
Emettitore e rilevatore all'infrarosso. Alla fine dei bracci di una “U” (quella che avevo chiamato ferro di cavallo), uno di fronte all'altro, sono sistemati emettitore e rivelatore all'infrarosso. La “U” si rende necessaria per “abbracciare” l'asta del pendolo e “sentirne” il passaggio all'incirca nel punto di massima velocità (quando è verticale, ma non è critico: è solo utile per minimizzare gli errori). Emettitore e rivelatore, uno di fronte all'altro, definiscono una linea che intercetterà il movimento dell'asta del pendolo.
L'area sensibile del rilevatore di infrarosso non è infinitesima anche se molto piccola. Dato che il pendolo ha una velocità piuttosto bassa, ne potrebbe derivare un errore, forse trascurabile, nella misura mostrata dal display.
Approfondirò il problema per valutare numericamente il possibile massimo errore.
Non è invece critico il posizionamento della “U”: sarà solamente necessario che la “U” non si muova durante la misura.
Anche l'ortogonalità del movimento del pendolo rispetto al raggio infrarosso non sarà particolarmente critica, purché l'angolo non si discosti troppo dai 90°.
Essendo la “U” rigida, non vi sono problemi di allineamento tra emettitore e rivelatore.
Ovviamente, il periodo del pendolo non dipende dal punto fisico di misura, questo è un vantaggio non da poco.

Se non fossi stato chiaro, e dato che non sono bravo a disegnare, potrei fare ed inviare una foto di come potrebbe risultare la “U” con l'emettitore/rivelatore (ovviamente un “manichino” non funzionante, in questa fase).

Fatemi sapere se la soluzione di sopra potrebbe essere praticabile o altre idee più valide.

Saluti.

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carlo
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

sei stato chiarissimo e penso che la soluzione 2 , oltre ad essere quella più praticabile ( almeno sembrebbe dai tuoi commenti) , penso che sia quella più consona alle specifiche che avevo suggerito.

La mia speranza ora e che proporrai, quando sarà il tempo debito, qualcosa che sia fattibile da poveri orologiai che non hanno dimestichezza con le cose dell'elettronica... ""=="" ""==""

Cordialità.
Carlo
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danilob
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Aggiornamento.

Ciao Carlo,
penserei di adottare il rivelatore I.R. della figura.
La finestra di rilevamento è larga 9.5mm ed il fascio I.R. dista dal fondo della “forchetta” di 6.1mm.
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Potranno essere selezionate due modalità di rilevamento.

Possibilità di rilevamento “1”.
Dal “pirulicchio” che sporge, in basso, dalla lente del pendolo.
Se vi fossero 5mm o più tra il “pirulicchio” (che sporge dalla lente del pendolo) ed il fondo del mobile della pendola, si potrà “sistemare” il rilevatore in corrispondenza della verticale del pendolo.
(I terminali elettrici del rilevatore possono essere tagliati molto corti così che il supporto del rilevatore sarà piuttosto ridotto: 2mm rilevatore + 3mm supporto = 5mm).
Ogni passaggio del pirulicchio che taglia il fascio I.R. sarà rilevato. Ignorando uno si e uno no (che si ottiene con un Flip Flop JK) si ottiene esattamente il segmento di tempo relativo al periodo del pendolo.

Possibilità di rilevamento “2”.
Si tratta di utilizzare il braccio del pendolo per intercettare il fascio I.R. Data la ridotta distanza tra il fascio I.R. ed il fondo della forchetta (6.1mm), il rilevatore verrà posizionato in prossimità del punto di inversione del moto del braccio del pendolo.

Data la larghezza della finestra di rilevamento (9.5mm), il taglio del fascio I.R. potrebbe essere anche fatto dalla lente del pendolo se fosse sufficientemente “piatta”.

Il taglio del fascio I.R., fatto dalla lente o anche dal braccio del pendolo (se quest’ultimo avesse una larghezza consistente), avviene una sola volta per ogni periodo, pertanto si terrà conto di ogni taglio del fascio I.R. (verrà bypassato il Flip Flop JK).
Ovviamente, un braccio del pendolo filiforme si comporterà come il rilevamento “1”.


Test sul rilevatore OPB910L

Alla fine della prossima settimana avrò fisicamente a disposizione l’OPB910L, utilizzerò la slitta micrometrica del tornietto per verificare se vi è, e quanto vale, l’imprecisione nel rilevamento del “taglio” del fascio I.R. (simulando il pendolo).


Circuito elettrico dello strumentino.

Ho praticamente già definito il circuito dello strumentino. Per la base dei tempi utilizzerò un TCXO utilizzato nei primi telefoni cellulari ETACS che, a temperatura ambiente… “normale”, ha un errore massimo di circa 1 ppm e anche l’invecchiamento è molto contenuto. Lo strumentino, con la base dei tempi di 1 ppm, utilizzato per “tarare” una pendola, sarebbe responsabile di solamente +/- 2.6 secondi di errore massimo ogni 30 giorni: un errore del tutto trascurabile confrontato con la precisione della gran parte degli orologi meccanici.

Siamo, ovviamente, ancora in tempo per apportare “aggiustamenti & modifiche” per migliorarne l’utilizzo.

Saluti.

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sobas66
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da sobas66 »

Ho dato un occhiata ai sensori che ho a disposizione ma la distanza tra emettitore e ricevitore è sempre 5mm <<<<))

Sarebbe un po' pochino tenendo conto delle pendolette da tavolo che hanno la vite di regolazione posta sul fondo.

Mi ricordo che tempo fà qualcuno era più largo, ma solo in determinate applicazioni.. [-_-] ..cercherò :-D .

Hai scartato il rilevamento a sistema frontale, capisco che è molto più elaborato di un semplice sensore a infrarosso, ma se mettessimo davanti due led per creare il punto esatto dove và posizionato? Che dici? [-_-]

Se hai bisogno di campionatura per delle prove, sono ben fornito di sensori, te li posso inviare.

Ciao Daniele

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danilob
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Ciao Daniele,
grazie dell'intervento.
L'OPB910L, che intenderei utilizzare, ha la distanza tra emettitore e ricevitore di 9.53 mm Typ. che, forse, potrebbe bastare.
Forse il problema potrebbero essere i 6.1 mm di distanza “utile” tra il fascio I.R. ed il “fondo“ della forcella. Però, se questo fosse un problema, lascerei a voi meccanici il lavoro di “modificare” il sensore. Mi spiego meglio: dato che emettitore e ricevitore sono elettricamente separati e uniti, tra loro, dal supporto di plastica, si può “segare via” la plastica che unisce le due barrette dell'emettitore e del ricevitore e “costruire” un supporto per aumentare la distanza dei 6.1 mm.
Questo “nuovo supporto” potrebbe anche aumentare la distanza dei 9.53 mm, ma non di molto per non aumentare l'incertezza nel rilevamento del passaggio della vite di regolazione (o dell'asta del pendolo o della lente del pendolo).
Ovviamente il nuovo supporto deve mantenere l'allineamento ottico tra emettitore e ricevitore.
È importante che il punto di rilevamento del pendolo avvenga sempre nella stessa posizione. Facciamo un esempio “molto spannometrico”. Prendiamo un pendolo con periodo di 1 secondo e una “corsa”, della vite in fondo alla lente, di 50 mm. Supponiamo che la vite si muova con velocità uniforme (ovviamente non è così, ma è una semplificazione solamente per valutare il problema). La vite si “muoverebbe” ad una velocità lineare di 100 mm/sec (due corse/1 secondo). Se l'incertezza del punto di rilevamento fosse di 0.1 mm, avremmo un'incertezza di 0.001secondi sul tempo impiegato dal periodo del nostro pendolo (che abbiamo detto essere di 1 secondo). Un errore di 1 millisecondo su 1 secondo è come dire 86 secondi in 24 ore: allora non ha senso utilizzare uno strumento con un'incertezza così elevata.
Per questa ragione pensavo al rivelatore “trasmissivo” che ritengo abbia una precisione migliore. Se hai altre soluzioni più performanti, ben vengano: il nostro scopo è di fare uno strumento utile & affidabile nelle misure!!
A parte l'incertezza del punto di rilevamento, per sfruttare la precisione del riferimento di frequenza che penserei di adottare (migliore di 1 ppm), si renderà necessario contare la frequenza di 1MHz così da avere un'incertezza nel conteggio del periodo di 1 periodo (cioè 1us, cioè 1 ppm).
Per poter misurare periodi per il pendolo sino ad un massimo di 10 secondi, il display avrà 7 cifre (secondi, decimi, centesimi, millesimi, decimillesimi, centomillesimi e microsecondi).

Ovviamente, ogni suggerimento è bene accetto.

Saluti.

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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

danilob ha scritto:
Ovviamente, ogni suggerimento è bene accetto.

Saluti.
.... ""=="" ""=="" ""=="" non sono in grado di dartene, ma pare che con Daniele tu sia riuscito a formare una intesa...speriamo che porti a risultati profiqui... :lol:
danilob ha scritto: si può “segare via” la plastica che unisce le due barrette dell'emettitore e del ricevitore e “costruire” un supporto per aumentare la distanza dei 6.1 mm.
e quanto sarebbe la distanza massima ammissimbuile?

Cordialità.
Carlo
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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da danilob »

Forse è poco chiaro come “avrei pensato che sarebbe” lo strumentino....
Vi sarà un alimentatorino da parete (praticamente un carica batterie di telefono cellulare). Il cavetto di uscita andrà ad uno scatolotto per alimentarlo. Questo scatolotto conterrà la parte elettronica e sarà dotato di un commutatore che selezionerà: un passaggio per ogni periodo del pendolo oppure due passaggi per ogni periodo del pendolo. Questo scatolotto avrà un visualizzatore a LED a 7 segmenti con sette cifre che mostrerà il tempo impiegato dal pendolo in ogni periodo. Il tempo sarà in microsecondi (milionesimi di secondo).
Da questo scatolotto, partirà un ulteriore cavetto elettrico sottile (ditemi quanto dovrebbe essere lungo) che andrà collegato al “sensore” che sentirà il passaggio della vite sotto la lente del pendolo oppure la lente stessa del pendolo oppure l'asta del pendolo.
Attualmente il sensore prescelto è quello riportato in un mio messaggio precedente. Se vi fosse un altro candidato o una diversa tecnica per rilevare il passaggio del pendolo con prestazioni migliori: nessun problema ad adottarli.
In ogni caso, qualsiasi sia il sensore adottato, sono gli esperti di pendoleria, che dovranno dire (circa) le dimensioni meccaniche del sensore per potersi adattare a tutti i vari tipi di pendole in test.
Ovviamente, se fosse sempre garantita la presenza di una vite sporgente almeno 5 mm dalla lente del pendolo e ulteriori 5 mm di spazio tra la vite ed il fondo, tutto sarebbe più semplice...
Purché l'irregolarità del filetto della vite non comporti imprecisioni nel punto di rilevamento...
Ho cercato di individuare le criticità nella misura del tempo del periodo e credo di aver dimostrato numericamente quanto gravi potrebbero essere queste criticità. Essendo la prima volta che mi confronto con questo tipo di problemi, potrei anche sbagliarmi: se qualcuno ha una diversa opinione dimostrabile, siamo qui per confrontarci ed adottare la soluzione migliore.

Saluti.

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Re: ..........inerente al campo orologiero.

Messaggio da carlo »

danilob ha scritto: Da questo scatolotto, partirà un ulteriore cavetto elettrico sottile (ditemi quanto dovrebbe essere lungo) che andrà collegato al “sensore” che sentirà il passaggio della vite sotto la lente del pendolo oppure la lente stessa del pendolo oppure l'asta del pendolo.
io penso che la lunghezza di un metro possa essere quella adatta per posizionare il sensore e la"scatoletta" in una posizione che non dia fastidio a niente.

Parli di posizionare il sensore in modo tale da rilevare l'asta. In questoi caso , oltre alla distanza fra l'emettitore ed il ricevente, immagino che bisogni tener conto della loro distanza dalla basetta per evitare una interferenza dell'asta del pendolo con essa....o sbaglio?

Cordialità.
Carlo
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cchiù lluonga è a pinsata, cchiù granni è a minchiata :lol:
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elenco dell'attrezzatura usata in vendita per orologiai hobbisti

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