Bene allora inizio.....
Il secondo orologio più famoso al mondo è stato attribuito alla torre dell'orologio in San Marco a Venezia, con i suoi 500 anni di storia è tra i più ben documentati di tutti anche merito della cornice in cui si trovava....
Partiamo da quando non c'era
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Se osserviamo il particolare a destra vediamo che non c'è alcuna torre e nessun orologio
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è il 1496 e il pittore Gentile Bellini raffigura la processione in Piazza San Marco com'era a quel tempo.
Anche se no c'era nulla di concreto in quegli anni qualcuno ci stava già lavorando....
La decisione di costruire un nuovo orologio pubblico nell’area marciana in sostituzione del malandato e inadeguato vecchio orologio di Sant’Alipio (sull’angolo nord-occidentale della Basilica) precede, come è noto, quella relativa alla fisica ubicazione della macchina. Risale, infatti, a una deliberazione del Senato del 1493 l’incarico a Zuan Carlo da Reggio per il nuovo orologio; è invece del 1495 la decisione circa
“el loco” dove collocarla, che sarà
“sopra la bocha de Marzaria“. L’anno appresso, a testimonianza di Marin Sanudo,
“adì 10 zugno fu dato principio a butar zoso le caxe al intrar de Marzaria (…) per far le fondamente di un horologio multo excelente“.
I costruttori del primo movimento dell'orologio furono padre Gian Paolo e figlio Gian Carlo Rainieri di Reggio Emilia. Che tra il 1496-1497 lavorarono alla costruzione del meccanismo. Il padre, Gian Paolo, aveva già un'ottima reputazione per aver realizzato un altro orologio nella sua città nel 1481.
In fase di costruzione della torre il Gian Paolo Rainieri fu chiamato a Venezia col movimento per assicurare che tutto procedesse in modo da ospitare adeguatamente il meccanismo; un antico esempio di collaborazione tecnica.
Nel Dicembre del 1497 è terminata, da Simone Campanato, la fusione della grande campana (alta 1,56 m. e dal diametro di 1,27 m.) posta sulla sommità della Torre assieme ai due Mori (alti 2,6 m.) che la percuotono alternativamente coi loro martelli.
In realtà, le statue rappresentano due pastori che furono chiamati "Mori" a causa della patina scura che si formò dopo la loro sistemazione e gli conferì l'aspetto che ancor oggi presentano. Uno ha la barba e ha caratteristiche più vecchie rispetto all'altro senza barba e più giovane, la tradizione vuole che l'ora viene suonata prima dal moro "giovane" che indica il tempo che viene e poi dopo pochi minuti quello più "anziano" che indica il tempo che è passato..
Un'altra campana di dimensioni ridotte, ora non più esistente, era suonata da due piccoli martelli prima di quella principale. Lo scopo era di richiamare l'attenzione della gente verso il numero di colpi che di lì a poco sarebbero stati suonati dai Mori.
Il 1 febbraio1499, torre e orologio vengono inaugurati. L’orologio è un prodigio della tecnica: azionato da pesi, ha uno scappamento a foliot. Notevole è il meccanismo della processione dei Magi che permette il loro passaggio e inchino davanti alla statua dorata della Madonna col Bambino, preceduti dall’Angelo Annunciatore che suona la tromba, da notare che la tromba produceva effettivamente un suono, tramite un mantice ed una canna ad ancia. Attualmente, le statue dei Magi non sono quelle originali del 1499 ma una replica molto fedele. Ma la caratteristica più straordinaria è la complessità delle indicazioni astronomiche, basate sul sistema tolemaico. Sul grande quadrante principale (4,5 m di diametro), in cerchi concentrici, si succedono, modificando nel tempo le loro posizioni, i cinque pianeti conosciuti, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, oltre alle fasi lunari e alla posizione del Sole nello Zodiaco. Un altro quadrante, molto più semplice, sul versante delle Mercerie, indica il tempo (ancor oggi presente). Ai quattro angoli del quadrante principale erano poste altrettante aperture circolari che ospitavano degli astrolabi, dei quali poco o nulla si conosce.
Inoltre, l'indicazione dell'ora avveniva secondo il sistema italiano che divideva il giorno in 24 ore, di lunghezza variabile fra periodo estivo ed invernale.
Manca qualsiasi documentazione sufficientemente dettagliata da permettere di dedurre cosa si sia conservato di questo meccanismo originale, o addirittura se si sia conservato alcunché.
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