calendario da museo?
- remario
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Re: calendario da museo?
Grazie non posso dire altro......
Renato,
l' odontotecnico della mutua, praticamente "pilettaro"
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- carlo
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Re: calendario da museo?
...scusarti? Siamo noi che ti ringraziamo per il tantissimo tempo che ci dedichi.pendolum ha scritto: Scusatemi per il lunghissimo post, forse neanche troppo chiaro.
Avevo avuto fra le mani un movimento simile, e mi ricordo che mi aveva fatto dannare in quanto bastava un niente per mandare la suoneria fuori fase. Da come hai descritto il processo di quella dell'orologio, che ormai non puoi più sottrarti dal revisionare... , non dovrebbero esserci problemi...comunque stai bene attento....
Cordialità.
Carlo
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cchiù lluonga è a pinsata, cchiù granni è a minchiata
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- sobas66
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Re: calendario da museo?
Dalla tua spiegazione mi stai facendo morire d'invidia per il restauro che stai portando avanti .
Aspetto con ansia, Buon lavoro :wink:
Ciao daniele
Aspetto con ansia, Buon lavoro :wink:
Ciao daniele
- pendolum
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Re: calendario da museo?
Dunque.....
ho smontato completamente il movimento dell'orologio e, purtroppo, ho scoperto qualche (immancabile) sorpresina..... :cry: :cry:
Mi ero sorpreso perchè, scaricando il bariletto della suoneria, non riuscivo a scaricarlo del tutto. Nel senso che, pur avendo liberato il cricco e non esercitando più tensione, la molla non mostrava di essere libera nel bariletto.
Piccolo mistero che si è svelato smontando.
Il bariletto della suoneria ha un limitatore di carica/scarica, tipo croce di malta, ma più semplice.
Purtroppo quello del bariletto del tempo è mancante insieme alla sua vite. Non che sia un pezzo essenziale ma se si deve restaurare si deve riportare l'orologio alla sua struttura e funzionalità nativa.
Ma le sorprese non sono finite.
La verga della sveglia è malamente riparata. O meglio è funzionalmente efficace ma esteticamente lascia molto a desiderare.
Sono incerto sul da farsi. Per un restauro ben fatto andrebbe rifatta da zero. Ma l'opera discutibile, sebbene funzionale, prestata dall'orologiaio Giuseppe Naymoli nel 1894 mi pare quasi un reperto archeologico da rispettare come antichità.
Non capita tutti i giorni di restaurare un orologio sapendo chi lo ha riparato più di un secolo prima di te. 8-)
Ultima (spero) sorpresa è la frattura mal saldata di una delle leve pescatrici della suoneria.
Qui, piuttosto che rifare la leva, credo si possa tentare una saldatura con il castolin, visto che la leva non sembra soggetta a grandi sollecitazioni. Magari se riesco a fare una saldatura un po' più carina di quella del Naymoli sarei più contento.
Alle brutte dovrò rifare la leva. :cry:
Veniamo ora al primo intervento che mi ha impegnato, complessivamente, più di un giorno pieno di lavoro. Purtroppo non avendo attrezzature e materiali ottimali mi tocca sudare come un uomo dell'età della pietra e con risultati altrettanto incerti. :oops: :oops:
Visto che sono all'età della pietra cominciamo con la ruota
"C'era una volta una lastra di ottone da 2,5 mm di spessore diranno i miei lettori.... invece (purtroppo) no. C'era una volta un rubinetto." Questa parafrasi di Collodiana memoria per dirvi che non avendo a disposizione una lastra di ottone di adeguato spessore, da autolesionista e taccagno che sono (voglio la cittadinanza Genovese onoraria ), ho trovato un vecchio rubinetto che, con qualche ora di lavoro :cry: , poteva fare allo scopo.
Tagliate via le parti che non mi interessavano mi è rimasto un disco di oltre 3mm di spessore dotato di filettatura centrale. Usando il gambo di una vite come alberino, ho potuto piazzare il disco sul tornio e portarlo a misura.
Dopo di che, usando l'originale come dima e non disponendo di fresa e fresatrice, ho iniziato con un disco da taglio del dremel e poi ho lavorato di lima.
Praticato il foro con incasso, per la vite, ho praticato la gola per la molletta di acciaio. Anche qui: Dremel + lima.
La linguetta di acciaio era il residuo (sprue) di alcune foto incisioni modellistiche, che avevo utilizzato su un carro armato Tigre. Ovviamente non ho buttato via il telaietto vuoto perchè sapevo che, dopo qualche anno, mi sarebbe potuto tornare utile.
Una volta piazzata la molletta, con un punzone ho schiacciato il punto centrale della gola bloccandola come nell'originale.
Rifinito e lucidato il tutto sono passato a fare la vite.
Partendo da una vite con testa eccedente la misura desiderata, ho ricostruito al tornio la forma con manicotto e filettatura. La vite infatti, come quella dei cricchi, non deve serrare la ruota, ma lasciarla libera di girare, con la frizione data dalla molletta.
Dopo parecchio lavoro ecco il risultato finale:
Mi sembrano abbastanza somiglianti. E poi non ho saputo fare di meglio. :oops: :oops:
Posizionata sul bariletto ingrana bene con lo sperone che traversa l'asse.
Nella fretta ho dimenticato di fare foto ed ho già smontato i bariletti. Le farò quando rimonto.
Il funzionamento, per chi non ne avesse mai visto uno, è tale per cui ad ogni giro di carica lo sperone fa avanzare di un dente la ruota. Dopo il sesto giro di carica (6 gole per 5 denti) lo sperone incontra la parte cieca della ruota e la carica non può proseguire.
Allo stesso modo, nella scarica, dopo 6 giri di bariletto, lo sperone incontra l'altra estremità cieca della ruota e si blocca la scarica. (la foto che segue è con la ruota originale)
Il problema è capire come tararlo. Infatti, tenendo il bariletto in mano o in una morsa, vanno dati alcuni giri di carica e poi e poi posizionata la ruota in modo da bloccarne la scarica. Ma quanti giri dare?
Fino a quanti giri dalla fine si può considerare ancora utile la forza della molla? Considerato che con il limitatore è possibile dare solo 6 giri di carica, quanti giri di carica, dopo la limitazione è opportuno lasciare?
Guardando le molle nei bariletti mi pare di contare, ariposo, 18 spire in uno e 16 nell'altro.
I due bariletti fanno letteralmente paura per le dimensioni :shock:
Non so se avrò il coraggio di tirare fuori le molle alte 28mm e spesse 5 decimi!!!
Insomma il funzionamento di questi limitatori sotto l'azione di queste molle è abbastanza critico. Se dovesse saltare una vite quando il limitatore è in funzione nella scarica temo che qualche guaio possa succedere. O forse no, visto che se dovesse saltare il limitatore la scarica proseguirebbe il suo corso sotto il freno del movimento. :roll:
Inoltre pensavo di spernare i due speroni per togliere i coperchi dei bariletti dall'asse e lavare in modo più accurato. Uno lo ho tolto con facilità. Per l'altro non c'è stato verso . Ho dovuto molare la punta (ormai deformata nel tentativo di toglierlo), togliere il coperchio, forare l'asse in corrispondenza dello sperone, e costruirne uno nuovo, un po' conico da ripernare.
Bene. Ora debbo rocurarmi il castolin e vedere se riesco a fonderlo con il mio minisaldatore a fiamma.
Se vorrete darmi suggerimenti sulla verga della sveglia e sulla precarica del limitatore saranno ovviamente graditissimi,
ho smontato completamente il movimento dell'orologio e, purtroppo, ho scoperto qualche (immancabile) sorpresina..... :cry: :cry:
Mi ero sorpreso perchè, scaricando il bariletto della suoneria, non riuscivo a scaricarlo del tutto. Nel senso che, pur avendo liberato il cricco e non esercitando più tensione, la molla non mostrava di essere libera nel bariletto.
Piccolo mistero che si è svelato smontando.
Il bariletto della suoneria ha un limitatore di carica/scarica, tipo croce di malta, ma più semplice.
Purtroppo quello del bariletto del tempo è mancante insieme alla sua vite. Non che sia un pezzo essenziale ma se si deve restaurare si deve riportare l'orologio alla sua struttura e funzionalità nativa.
Ma le sorprese non sono finite.
La verga della sveglia è malamente riparata. O meglio è funzionalmente efficace ma esteticamente lascia molto a desiderare.
Sono incerto sul da farsi. Per un restauro ben fatto andrebbe rifatta da zero. Ma l'opera discutibile, sebbene funzionale, prestata dall'orologiaio Giuseppe Naymoli nel 1894 mi pare quasi un reperto archeologico da rispettare come antichità.
Non capita tutti i giorni di restaurare un orologio sapendo chi lo ha riparato più di un secolo prima di te. 8-)
Ultima (spero) sorpresa è la frattura mal saldata di una delle leve pescatrici della suoneria.
Qui, piuttosto che rifare la leva, credo si possa tentare una saldatura con il castolin, visto che la leva non sembra soggetta a grandi sollecitazioni. Magari se riesco a fare una saldatura un po' più carina di quella del Naymoli sarei più contento.
Alle brutte dovrò rifare la leva. :cry:
Veniamo ora al primo intervento che mi ha impegnato, complessivamente, più di un giorno pieno di lavoro. Purtroppo non avendo attrezzature e materiali ottimali mi tocca sudare come un uomo dell'età della pietra e con risultati altrettanto incerti. :oops: :oops:
Visto che sono all'età della pietra cominciamo con la ruota
"C'era una volta una lastra di ottone da 2,5 mm di spessore diranno i miei lettori.... invece (purtroppo) no. C'era una volta un rubinetto." Questa parafrasi di Collodiana memoria per dirvi che non avendo a disposizione una lastra di ottone di adeguato spessore, da autolesionista e taccagno che sono (voglio la cittadinanza Genovese onoraria ), ho trovato un vecchio rubinetto che, con qualche ora di lavoro :cry: , poteva fare allo scopo.
Tagliate via le parti che non mi interessavano mi è rimasto un disco di oltre 3mm di spessore dotato di filettatura centrale. Usando il gambo di una vite come alberino, ho potuto piazzare il disco sul tornio e portarlo a misura.
Dopo di che, usando l'originale come dima e non disponendo di fresa e fresatrice, ho iniziato con un disco da taglio del dremel e poi ho lavorato di lima.
Praticato il foro con incasso, per la vite, ho praticato la gola per la molletta di acciaio. Anche qui: Dremel + lima.
La linguetta di acciaio era il residuo (sprue) di alcune foto incisioni modellistiche, che avevo utilizzato su un carro armato Tigre. Ovviamente non ho buttato via il telaietto vuoto perchè sapevo che, dopo qualche anno, mi sarebbe potuto tornare utile.
Una volta piazzata la molletta, con un punzone ho schiacciato il punto centrale della gola bloccandola come nell'originale.
Rifinito e lucidato il tutto sono passato a fare la vite.
Partendo da una vite con testa eccedente la misura desiderata, ho ricostruito al tornio la forma con manicotto e filettatura. La vite infatti, come quella dei cricchi, non deve serrare la ruota, ma lasciarla libera di girare, con la frizione data dalla molletta.
Dopo parecchio lavoro ecco il risultato finale:
Mi sembrano abbastanza somiglianti. E poi non ho saputo fare di meglio. :oops: :oops:
Posizionata sul bariletto ingrana bene con lo sperone che traversa l'asse.
Nella fretta ho dimenticato di fare foto ed ho già smontato i bariletti. Le farò quando rimonto.
Il funzionamento, per chi non ne avesse mai visto uno, è tale per cui ad ogni giro di carica lo sperone fa avanzare di un dente la ruota. Dopo il sesto giro di carica (6 gole per 5 denti) lo sperone incontra la parte cieca della ruota e la carica non può proseguire.
Allo stesso modo, nella scarica, dopo 6 giri di bariletto, lo sperone incontra l'altra estremità cieca della ruota e si blocca la scarica. (la foto che segue è con la ruota originale)
Il problema è capire come tararlo. Infatti, tenendo il bariletto in mano o in una morsa, vanno dati alcuni giri di carica e poi e poi posizionata la ruota in modo da bloccarne la scarica. Ma quanti giri dare?
Fino a quanti giri dalla fine si può considerare ancora utile la forza della molla? Considerato che con il limitatore è possibile dare solo 6 giri di carica, quanti giri di carica, dopo la limitazione è opportuno lasciare?
Guardando le molle nei bariletti mi pare di contare, ariposo, 18 spire in uno e 16 nell'altro.
I due bariletti fanno letteralmente paura per le dimensioni :shock:
Non so se avrò il coraggio di tirare fuori le molle alte 28mm e spesse 5 decimi!!!
Insomma il funzionamento di questi limitatori sotto l'azione di queste molle è abbastanza critico. Se dovesse saltare una vite quando il limitatore è in funzione nella scarica temo che qualche guaio possa succedere. O forse no, visto che se dovesse saltare il limitatore la scarica proseguirebbe il suo corso sotto il freno del movimento. :roll:
Inoltre pensavo di spernare i due speroni per togliere i coperchi dei bariletti dall'asse e lavare in modo più accurato. Uno lo ho tolto con facilità. Per l'altro non c'è stato verso . Ho dovuto molare la punta (ormai deformata nel tentativo di toglierlo), togliere il coperchio, forare l'asse in corrispondenza dello sperone, e costruirne uno nuovo, un po' conico da ripernare.
Bene. Ora debbo rocurarmi il castolin e vedere se riesco a fonderlo con il mio minisaldatore a fiamma.
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Re: calendario da museo?
Ti faccio sinceramente i miei complimenti per la razionalità con la quale affronti i problemi che scopri durante la revisione di un orologio ( anche se in altre occasioni ne avevi già dato prova).pendolum ha scritto: Se vorrete darmi suggerimenti sulla verga della sveglia e sulla precarica del limitatore saranno ovviamente graditissimi,
Complimenti che estendo anche per la moderazione dei tuoi commenti sul lavoro portato avanti da altri dei quali non puoi conoscere l'ambiente ( conoscenze, capacità, attrezzature ecc,) dove hanno svolto la loro opera. Definire quello di altri il lavoro di "orologikani" solo perchè questo non rispetta certi canoni che ORA ( per infiniti motivi) vengono accettati, non credo sia proprio di una intelligenza degna di quel nome.
Le scuole di pensiero sul restauro sono variegate e tutte riconducibili alla sensibilità di chi le interpreta.
Io ( ma credo di essere l'ultimo a poter far testo), per quanto riguarda la verga non esiterei a rifarla per poi riporre ( fissandolo bene perchè non vada perso) il "reperto" dentro alla cassa a futura memoria di come era stato il pezzo originale. In un colpo solo salvi "capra e cavoli", ovvero "funzionalità assieme ad estetica con propositi conservativi.
Per quanto riguarda la precarica non saprei darti un numero definito di giri. Probabilmente esse dipende anche dallo stato della molla e quindi se non ti arriva nessun consiglio più consistente dovresti fare qualche prova.
Non ti faccio i complimenti per la ricostruzione del limitatore nella paura che ti adagi negli ..."ozii di Capua"...
Cordialità.
Carlo
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- pendolum
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Re: calendario da museo?
Grazie Carlo.
Buona idea per la conservazione della verga.
Non avendone mai fatta una hai qualche idea su come procedere per rifarla?.
Partiresti da una barra di acciaio con diametro pari al doppio della paletta?
Torniresti prima i cilindri in corrispondenza delle palette liberando l'asse per poi ricavare dai cilindri le due palette?
Devo aver letto già qualcosa in proposito ma per verghe di orologi da tasca. Su queste dimensioni credo che i problemi siano differenti e vorrei il tuo parere.
Grazie
Buona idea per la conservazione della verga.
Non avendone mai fatta una hai qualche idea su come procedere per rifarla?.
Partiresti da una barra di acciaio con diametro pari al doppio della paletta?
Torniresti prima i cilindri in corrispondenza delle palette liberando l'asse per poi ricavare dai cilindri le due palette?
Devo aver letto già qualcosa in proposito ma per verghe di orologi da tasca. Su queste dimensioni credo che i problemi siano differenti e vorrei il tuo parere.
Grazie
- carlo
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Re: calendario da museo?
Come ti ho detto nel mio precedente post, tutte le riparazioni sono riconducibili alle "possibilità"di chi le opera.
Considerando che la verga è quella di una suoneria, ma sopratutto, se non sbaglio, considerando che la tua attrezzatura è inversamente proporzionale alla tua inventiva... potresti tentare una via rapidissima ma funzionale .
Prendi una barretta di acciaio, diametro x , e crea pivot , quadro e quant'altro.
Prendi una barretta di ferro ( o acciaio) e foralo per tutta la lunghezza con diametro x
Sagoma con una lima la barretta , tagliala in due ed hai le due verghe. Saldale a stagno all'asse ed il gioco è fatto.
Per maggior chiarezza ti allego uno schizzo:
Forse offenderà i puristi , ma il lavoro è pulito e funzionale.
Cordialità.
Carlo
PS con questo sistema, alcuni anni fa, ho fatto una verga per un movimento che tutt'ora sta funzionanando perfettamente...e se non viene detto esplicitamente, nessuno si accorge di niente...
Considerando che la verga è quella di una suoneria, ma sopratutto, se non sbaglio, considerando che la tua attrezzatura è inversamente proporzionale alla tua inventiva... potresti tentare una via rapidissima ma funzionale .
Prendi una barretta di acciaio, diametro x , e crea pivot , quadro e quant'altro.
Prendi una barretta di ferro ( o acciaio) e foralo per tutta la lunghezza con diametro x
Sagoma con una lima la barretta , tagliala in due ed hai le due verghe. Saldale a stagno all'asse ed il gioco è fatto.
Per maggior chiarezza ti allego uno schizzo:
Forse offenderà i puristi , ma il lavoro è pulito e funzionale.
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Carlo
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- pendolum
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Re: calendario da museo?
Grazie dell'idea Carlo.
Mi sembra molt funzionale. Ma per saldare acciaio su acciaio non credo che lo stagno possa andare. Soprattutto in considerazione che quella verga mi sembra molto sollecitata sotto la trazione diretta del bariletto e con l'inerzia del grande martello a T.
Credo che dovrei provare a saldare con il castolin (visto che debbo usarlo per l'altra leva della suoneria) e poi provare a sollecitare le palette per saggiarne la robustezza.
Ci penso su e vediamo cosa posso fare. :wink:
Mi sembra molt funzionale. Ma per saldare acciaio su acciaio non credo che lo stagno possa andare. Soprattutto in considerazione che quella verga mi sembra molto sollecitata sotto la trazione diretta del bariletto e con l'inerzia del grande martello a T.
Credo che dovrei provare a saldare con il castolin (visto che debbo usarlo per l'altra leva della suoneria) e poi provare a sollecitare le palette per saggiarne la robustezza.
Ci penso su e vediamo cosa posso fare. :wink:
- sobas66
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Re: calendario da museo?
Se è questo a quello che ti riferisci ..... :???:
penso che sia molto più complicata del progetto di Carlo
In un angolino si ripone in un sacchettino i componenti sostituiti (tanto di spazio c'è ne )
Ciao Daniele
P.S. I complimenti te li faccio io per il limitatore :wink:
penso che sia molto più complicata del progetto di Carlo
E' la stessa "tecnica" che si usa nel restauro delle radio a valvole. Per poter far funzionare quei vecchi cimeli si rende necessario sostituire alcuni componenti che il tempo ha deteriorato e alle nuove sollecitazioni elettriche non potrebbero resistere.Carlo ha scritto:Io ( ma credo di essere l'ultimo a poter far testo), per quanto riguarda la verga non esiterei a rifarla per poi riporre ( fissandolo bene perchè non vada perso) il "reperto" dentro alla cassa a futura memoria di come era stato il pezzo originale. In un colpo solo salvi "capra e cavoli", ovvero "funzionalità assieme ad estetica con propositi conservativi.
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- carlo
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Re: calendario da museo?
...è da alcun tempo che ti piace l'idea del castolin....pendolum ha scritto:Credo che dovrei provare a saldare con il castolin (visto che debbo usarlo per l'altra leva della suoneria) e poi provare a sollecitare le palette per saggiarne la robustezza.
Quando una saldatura con apporto di metallo è necessaria, ...niente da dire, ma in orologeria meno saldature fai, meglio è...esiste pur sempre, per lo meno per il caso che stiamo trattando, l'accoppiamento a pressione.
Cordialità.
Carlo(
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Re: calendario da museo?
Sono daccordo con te. Per quanto possibile eviterei di saldare. Primo perchè non sono molto esperto. Secondo perchè con l'acciaio non ho idea di quanto possa essere robusta e duratura una saldatura, anche con il castolin, che mi dicono essere molto più robusto dello stagno.carlo ha scritto:...è da alcun tempo che ti piace l'idea del castolin....pendolum ha scritto:Credo che dovrei provare a saldare con il castolin (visto che debbo usarlo per l'altra leva della suoneria) e poi provare a sollecitare le palette per saggiarne la robustezza.
Quando una saldatura con apporto di metallo è necessaria, ...niente da dire, ma in orologeria meno saldature fai, meglio è...esiste pur sempre, per lo meno per il caso che stiamo trattando, l'accoppiamento a pressione.
Cordialità.
Carlo(
Per accoppiamento a pressione intendi un accoppiamento con incastri e spine?
Nel caso della leva suoneria come potrei creare l'incastro?
Così o ci sono sistemi migliori considerando la sezione quadra da 2,5mm di lato?
Nel caso delle due palette come potrei fare un incastro a pressione? dovrei fare un asse leggermente conico e forzare le palette (con fori di diametro diverso) sull'asse?
Ultima modifica di pendolum il dom 25 ott 2009, 12:27, modificato 1 volta in totale.
- pendolum
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Re: calendario da museo?
sobas66 ha scritto:Se è questo a quello che ti riferisci ..... :???:
penso che sia molto più complicata del progetto di Carlo
E' la stessa "tecnica" che si usa nel restauro delle radio a valvole. Per poter far funzionare quei vecchi cimeli si rende necessario sostituire alcuni componenti che il tempo ha deteriorato e alle nuove sollecitazioni elettriche non potrebbero resistere.Carlo ha scritto:Io ( ma credo di essere l'ultimo a poter far testo), per quanto riguarda la verga non esiterei a rifarla per poi riporre ( fissandolo bene perchè non vada perso) il "reperto" dentro alla cassa a futura memoria di come era stato il pezzo originale. In un colpo solo salvi "capra e cavoli", ovvero "funzionalità assieme ad estetica con propositi conservativi.
In un angolino si ripone in un sacchettino i componenti sostituiti (tanto di spazio c'è ne )
Ciao Daniele
P.S. I complimenti te li faccio io per il limitatore :wink:
Grazie Daniele.
Purtroppo, a giudicare dalla figura, pare che la grande verga non sia costruibile per rotazione di una delle 2 palette. Almeno così sembra indicare la didascalia. (per la grande verga parla solo di restauro della faccia della paletta).
- carlo
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Re: calendario da museo?
L'accoppiamneto a pressione più banale che mi viene in mente è quello fra una boccola Bergeon e la platina. Una minuscola differenza fra i diametri ed un accoppiamneto di buona resistenza meccanica è assicurato.pendolum ha scritto: Per accoppiamento a pressione intendi un accoppiamento con incastri e spine?
Quello di cui ti posso parlare è la mia esperienza personale.pendolum ha scritto:Nel caso delle due palette come potrei fare un incastro a pressione? dovrei fare un asse leggermente conico e forzare le palette (con fori di diametro diverso) sull'asse?
Non eseguo MAI accoppiamenti come li hai descritti ( asse leggermente conico) in quanto diventa indeterminata la posizione in cui il componente con il foro conico andrà a collocarsi lungo l'asse conico. Non so se mi sono spiegato. Così come lo hai descritto, anche con una piccolissima differenza sui diametri c'è il rischio che l'accoppiamneto risulti saldo in un punto "molto più avanti", lungo l'asse, rispetto a quello che desideri.
Io preferisco sempre un accoppiamento cilindrico, riducendo eventualmente il diametro dell'asse ( per consentire un facile scorrimento del componente da fissare) nella zona non interessata all'accopiamento.
Cordialità.
Carlo
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- pendolum
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Re: calendario da museo?
capito. :wink:
grazie
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Re: calendario da museo?
Secondo me, se avrai intenzione di riutilizzare le molle originali, che sicuramente avranno più di 6 spire permanenti, ti conviene utilizzare la parte finale, cioè alla fine della carica, per avere a disposizione della potenza massima, specie per il treno della suoneria che ad ogni quarto.... :roll:pendolum ha scritto:Dunque.....
Il problema è capire come tararlo. Infatti, tenendo il bariletto in mano o in una morsa, vanno dati alcuni giri di carica e poi e poi posizionata la ruota in modo da bloccarne la scarica. Ma quanti giri dare?
Fino a quanti giri dalla fine si può considerare ancora utile la forza della molla? Considerato che con il limitatore è possibile dare solo 6 giri di carica, quanti giri di carica, dopo la limitazione è opportuno lasciare?
Guardando le molle nei bariletti mi pare di contare, ariposo, 18 spire in uno e 16 nell'altro.
I due bariletti fanno letteralmente paura per le dimensioni :shock:
ciao Daniele
- remario
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Re: calendario da museo?
Posso dire la mia, io farei un incastro tipo quello che si usa per le canne da pesca che credo sia quello che consiglia Carlo, per facilità di realizzo e per tenuta dovrebbe essere la cosa migliore (tipo prolunghe delle tiges per orologi)carlo ha scritto:L'accoppiamneto a pressione più banale che mi viene in mente è quello fra una boccola Bergeon e la platina. Una minuscola differenza fra i diametri ed un accoppiamneto di buona resistenza meccanica è assicurato.pendolum ha scritto: Per accoppiamento a pressione intendi un accoppiamento con incastri e spine?
Quello di cui ti posso parlare è la mia esperienza personale.pendolum ha scritto:Nel caso delle due palette come potrei fare un incastro a pressione? dovrei fare un asse leggermente conico e forzare le palette (con fori di diametro diverso) sull'asse?
Non eseguo MAI accoppiamenti come li hai descritti ( asse leggermente conico) in quanto diventa indeterminata la posizione in cui il componente con il foro conico andrà a collocarsi lungo l'asse conico. Non so se mi sono spiegato. Così come lo hai descritto, anche con una piccolissima differenza sui diametri c'è il rischio che l'accoppiamneto risulti saldo in un punto "molto più avanti", lungo l'asse, rispetto a quello che desideri.
Io preferisco sempre un accoppiamento cilindrico, riducendo eventualmente il diametro dell'asse ( per consentire un facile scorrimento del componente da fissare) nella zona non interessata all'accopiamento.
Cordialità.
Carlo
Renato,
l' odontotecnico della mutua, praticamente "pilettaro"
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