Stamattina è stata ,direi, la prima giornata estiva dell' anno. A Firenze abbiamo superato i 30°C, c'era la maratona cittadina e, per andare all'appuntamento al museo ci siamo dovuti fare una bella camminata sul Lungarno, dato che tutte le strade di accesso erano chiuse al traffico.
Dopo esserci goduti anche un ottimo gelato a pontevecchio, siamo entrati nel museo, abbiamo incontrato Andrea Palmieri e ci siamo uniti ad un gruppo di turisti per la visita guidata.
Dirò subito che il museo di Galileo è un museo molto interessante, ma non un grande museo. A mio avviso potrebbe essere il nucleo iniziale di qualcosa che potrebbe diventarlo, magari decidendo meglio la tematica cui si potrebbe dedicare.
Nell' immagine uno stupendo e complesso orologio dell' epoca di Galileo, cui fu applicato posteriormente un pendolo, che per ragioni di spazio è esterno
Il tour è iniziato con una conferenza abbastanza lunga in una sala del pianterreno, nella quale erano esposti alcuni notevoli orologi molto antichi. Palmieir ha fatto un excursus sulla misura del tempo dai primordi dell' umanità fino ai nostri giorni, al temine della quale ci ha mostrato una serie di meccanismi di orologi.
Poi siamo siamo passati alle altre sale del pianterreno per vedere le macchine interattive fatte realizzare proprio da lui, con la collaborazione dell' istituto tecnico. Si tratta di grandi congegni meccanici in plexiglass e acciaio. I primi due sono dei planetari tolemaici, nei quali con dei sistemi puramente meccanici di tipo orologiaio, si dimostra come si potevano spiegare e persino riprodurre i movimenti epicicloidali dei pianeti intorno alla terra: complesse costruzioni geometriche atte a spiegare le osservazioni dei moti retrogradi dei pianeti, che poi sarebbero stati spiegati in maniera molto più semplice mettendo il sole al centro del sistema.
Sempre al pianterreno del museo c'è un macchinario dello stesso tipo, ma ancora più sofisticato, fatto realizzare dalla Panerai e donato al museo, che mostra il moto della terra, della luna, di giove e dei suoi 4 satelliti principali, i famosi pianeti medicei (Io, Europa, Ganimede e Callisto) scoperti da Galileo nelle sue prime osservaizoni astronomiche con il suo cannocchiale. La macchina è costata oltre 1 milione di euro ed è molto affascinante, anche se i movimenti, che avvengono in velocità reale, si percepiscono appena.
Poi ci sono delle macchine che mostrano vari tipi di scappamenti di orologi, fortemente ingranditi, che possono essere azionati dal pubblico dando la carica ad un grande bariletto e che permettono di capire istantaneamente lo scopo e la funzione di questa parte cruciale dell'orologio.
Tra queste c'è, ovviamente, anche il pendolo di Galileo, del quale, oltre a questo modello di grandi dimensioni, sono presenti anche due altri esemplari di aspetto "storico", di cui uno si trova sotto una teca che custodisce gli sbiaditi disegni di progetto autografi di Galileo.
C'è poi un interessante macchina interattiva che mostra l'errore circolare: due pendoli identici, vengono attivati insieme dal visitatore, ma mentre uno dei due oscilla liberamente con traiettoria cricolare, nel secondo sono state realizzate le due superfici cicloidali di Huygens: si nota come i due pendoli perdano rapidamente sincronismo.
Al primo piano c'è una collezione meravigliosa di cerchi celesti, planisferi (mappamondi) e astrolabi, nonchè di altre strumenti scientifici autentici di epoca medicea, tra cui il più grande sistema di cerchi celesti che si conosca, interamente in legno, con i cerchi realtive ai moti di 11 sfere, dalla terra, ai pianeti allora conosciuti, più sole e luna, fino alle stelle fisse con la fascia dello zodiaco e la sfera siderea esterna, il tutto controllato dal divino creaotore, colui che Dante definì "l'amor che move il sole e l'altre stelle".
Ci sono inoltre i cannocchiali astronomici di Galileo e quelli immediatamente successivi ed informazioni video sulle tecniche di costruzione di tali macchine. Una sala è dedicata al problema della determinazione della latitudine e del suo collegamento con il perfezionamento dell' orologio.
Alla fine della collezione notevole del primo piano il prof. Palmieri si è accommiatato ed abbiamo visitato da soli la collezione giuliana del secondo piano, che mostra una enorme quantità di strumenti scientifici del '600 - '700, insieme a strutture sperimentali che servirono a dimostrare svariate leggi fisiche spaziando dalla cinematica, all'ottica, ma anche macchinari sperimentali che servivano a stupire ed allietare i salotti dei potenti, con i primi fenomeni controllati di elettricità e magnetismo.
Nell' insieme, direi, che l'oggetto del museo è Galileo, le sue scoperte e la conoscenza tecnica e scientifica che cominciavano a farsi strada ed a sostituire teologia e filosofia, passando gradatamente da curiosità a dottrina scientifica, anche grazie al metodo sperimentale teorizzato ed applicato proprio dal grande pisano.
Non è, purtroppo, un museo dell'orologio, nè un museo della scienza, ma un museo che parla di scienza tra il '500 ed il '700, secoli nei quali l'orologeria era una punta di diamante della tecnica costruttiva di macchine di precisione, che spesso prestava i suoi metodi, il suo rigore e le sue tecniche per creare i primi strumenti necessari allo sviluppo di altre dottrine scientifiche.
Mi scuso per le poche foto per di più fatte col telefono: avevo con me ben due macchine fotografiche, ma le ho dimenticate in macchina ""=="" , e non mi andava di rifare tutta quella strada per andarle a prendere.