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che tipo di scappamento è ?

io non l'avevo mai visto, ma direi che questo è uno scappamento che per funzionare ha bisogno di un grande angolo di oscillazione del pendolo ( come si può vedere a metà filmato circa quando c'è stata bisogno di una spinta supplementare manuale per rimettere in funzione il meccanismo).

Questo scappamento da un punto di vista costruttivo sembra essere molto semplice, ma a differenza di uno scappamento ad ancora sembra dover generare una quantità "immensa" di attriti, sia quando la paletta scorre sul dente della ruota di scappamento quando il pendolo si muove verso SN. e sia quando l'ancoretta ruota attorno ad un suo fulcro ( che, se anche non mi sembra di aver visto. deve per forza esserci).

Grazie comunque per avercene portato a conoscenza.

Cordialità.
Carlo

In realtà è il classico scappamento di questi orologi elettromagnetici, come anche dello Junghans ATO.

Non c'è un'ancora ma semplicemente una leva azionata dal pendolo che spinge avanti, passo passo, ad ogni oscillazione, un dente della ruota di scappamento. Al pari degli altri tipi di scappamento le funzioni svolte sono due: una è quella di regolazione appena detta (far avanzare di un dente la ruota di scappamento ad ogni oscillazione del pendolo), l'altra è quella di dare al pendolo l'impulso necessario per mantenerne il moto (a prescindere dagli attriti).

Questa seconda funzione è ottenuta come effetto secondario dell'avanzamento della leva solidale al pendolo. In pratica c'è un leverismo che ad ogni avanzamento della ruota di scappamento chiude per un istante un contatto che alimenta il circuito elettromagnetico che dà un impulso alla massa del pendolo (in questo caso sotto la base) mantenendolo in oscillazione.

In alcuni modelli successivi la chiusura meccanica del circuito è stata sostituita da oscillatori (un esempio microscopico di questo scappamento è quello del Bulova Accutron).

probabilmente sono orologi meno precisi rispetto ad un pendolo tradizionale

Non è mica vero. Io ho uno Junghans ATO che, se ben regolato, rasenta la precisione di un quarzo. E anche la carica della batteria (che dura da oltre due anni) è molto stabile (sicuramente più di una molla di carica).

.... dimenticavo: pochissime ruote e quindi pochi attriti e basso consumo di energia.

pendolum ha scritto:Non è mica vero. Io ho uno Junghans ATO che, se ben regolato, rasenta la precisione di un quarzo. E anche la carica della batteria (che dura da oltre due anni) è molto stabile (sicuramente più di una molla di carica).

.... dimenticavo: pochissime ruote e quindi pochi attriti e basso consumo di energia.

mi diresti gentilmente di quale modello si tratta ovvero se è quello ad uno o due transistor elettromagnetico o bilanciere
ciao

Nessun transistor. Solo pila e bobina (e ovviamente pendolo).

Avevo postato le foto qualche anno fa. Se le ritrovo posto il link.

Eccolo:

http://www.pendoleria.com/forum/viewtopic.php?f=2&t=634

scusa ma un elemento di commutazione per attivare la bobina deve esserci .Probabilmente un transistor è presente magari non si vede a vista
dovrebbe essere come il Kundo di cui si è parlato anche sul forum
http://sound.westhost.com/clocks/kundo.html

I primi elettromeccanici avevano l'elemento di commutazione meccanico, non elettronico.

Come scrivevo pochi post più sopra, in questo tipo di scappamenti esiste un leverismo che, in sincrono con il pendolo, ad ogni oscillazione chiude per un istante un contatto a lamelle e fornisce l'impulso che mantiene l'oscillazione del pendolo.

ops scusa per la distrazione.. ""==""

scusate sono un super principiante. il mio si ferma dopo alcune ore !?
mi date una mano ?????
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