L'argomento mi ha particolarmente incuriosito e nello specifico quanto mostrato da Carlo e confermato da GIA in merito alla diversa e variegata conformazione delle ruote che spesso capita di trovare e mi sono chiesto per quale ragione vi fosse la necessità di "inventarsi" profili strani e quale fosse il punto in comune che in qualche modo rendeva queste ruote funzionanti.
Mi sono ricordato di avere dei vecchi Carillon, forse di qualche cucu, e cosi ne ho preso uno per analizzarlo e in effetti ho trovato una ruota abbastanza curiosa che è quella che segue:
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come prima cosa mi sono cimentato nuovamente nei calcoli fatti in precedenza per verificare se i conti fossero tornati anche in presenza di tale particolarità e in effetti tornano come segue:
Diametro della vite: 1.8 mm
Passo della vite: 0,9 mm
Beta vite: 20°
simulando di non avere la ruota ho imposto il diametro esterno che è pari a 7,4 mm (ovvero quello reale della ruota) da cui:
mo = 0,286
mn = 0.268
dpr = 6.864 mm
Z = 24 (che sono i denti reali della ruota)
L'accoppiamento è reversibile in quanto l'angolo è di 20° infatti la ruota è conduttrice...ma analizzando poi la trasmissione del moto ho visto che al contrario di quella dell'Automa, la particolare conformazione dei denti la rende unidirezionale, ovvero non può girare in senso opposto e quindi di fatto nuovamente irreversibile!
Inoltre la ruota è posta in modo tale che il dente lambisca la vite solo su una porzione molto piccola e quindi un contatto quasi tangenziale.
Anche la scelta del materiale (che credo sia Nylon) è stato pensato per ridurre al massimo l'attrito di strisciamento.
Osservando quindi anche le altre ruote sono portato a credere che il motivo di questa conformazione fosse voluto proprio per rendere la trasmissione unidirezionale che però non so se può avere una reale utilità e logica applicativa in questi contesti...voi cosa ne pensate?